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Fontanelle, il Vaticano: «Nessuna criticità» sulle visioni di Pierina Gilli

I messaggi della presunta veggente erano stati bocciati da Ratzinger quando guidava l’ex Sant’Uffizio. Proprio da quel Dicastero oggi la svolta che riconosce la devozione a Pierina
Visioni di Pierina, "Nessuna criticità"
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Dal Vaticano è arrivata una svolta attesa (ma non scontata) nella lunghissima e tormentata storia delle Fontanelle, e appunto della presunta veggente da cui tutto prese il via. «Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha trovato nei messaggi diffusi da Pierina Gilli elementi che contraddicono direttamente l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla fede e la morale», così scrive il Prefetto, il cardinale Victor Manuel Fernandez.

Nella lettera inviata al vescovo Pierantonio Tremolada è anche precisato: «Tuttavia, quando si offre questa proposta agli altri, bisogna evitare di presentarla come se fosse il nucleo, il centro o la sintesi del Vangelo, che non può che essere la carità, come ricorda in più parti il Nuovo Testamento».

La presa di posizione dell’ex Sant’Uffizio è certamente uno snodo fondamentale anche nel percorso che porterà alla costruzione del nuovo santuario delle Fontanelle, progetto a cui la Diocesi tiene particolarmente, ma che ha ricevuto anche vivaci critiche da Montichiari (compreso l’abate) e non solo.

Il percorso

Il 7 dicembre 2019 è il precedente storico più significativo a quello di oggi: il vescovo Pierantonio Tremolada ha celebrato la nascita ufficiale del Santuario diocesano Maria Rosa Mistica - Madre della Chiesa. Un momento storico per la Chiesa bresciana, impensabile fino a qualche decennio fa, quando le Fontanelle quasi neppure si potevano nominare, relegate (su precise indicazioni della Chiesa bresciana attraverso i suoi vescovi) a folklore da non considerare.

Nel mirino c’era l’origine di tutto questo, ovvero Pierina Gilli e le presunte apparizioni, iniziate nel 1947 nel duomo di Montichiari e poi proseguite anche alle Fontanelle. Da allora, nonostante i divieti, ed anzi più forte di ogni divieto, il culto mariano non si è mai fermato, andando continuamente crescendo. Così come la fama di Pierina Gilli e la devozione nei suoi confronti, che ha varcato i confini monteclarensi per arrivare nel mondo. Tutto questo è stato fondamentale nel percorso che ha portato alla dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede.

La conferenza stampa per comunicare la svolta del Vaticano sulle Fontanelle - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
La conferenza stampa per comunicare la svolta del Vaticano sulle Fontanelle - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

La devozione popolare

Il vescovo celebrando la nascita del Santuario aveva sottolineato che le Fontanelle sono il trionfo della devozione popolare, in quei luoghi si percepisce «la potenza della fede». Gli studi. Anche per Pierina Gilli, grazie soprattutto agli studi appassionati e precisi di mons. Marco Alba (già Cancelliere diocesano e oggi Rettore del Santuario Diocesano delle Fontanelle) si è aperta una fase nuova.

Mons. Alba lo ha sempre sottolineato con forza: «Pierina ha subìto un processo sommario e lacunoso», la presunta veggente era infatti «una donna umile, equilibrata e sana di mente». Dal punto di vista storico, terminati i lavori della Commissione d’indagine nel mese di aprile del 1949 non vennero mai più avviate successive indagini, sebbene solo due mesi dopo un nuovo fatto di rilievo fosse stato segnalato alla Curia, ovvero il ritrovamento di un’ostia insanguinata sotto un banco del Duomo di Montichiari nel giugno del 1949.

I giudizi

Contro il culto alle Fontanelle si era espresso anche l’allora cardinale Joseph Ratzinger, a quel tempo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (l’ex Santo Uffizio).

Mons. Alba ha precisato che tutti i successivi interventi restrittivi dell’autorità ecclesiastica (i vescovi Tredici, Morstabilini e Foresti) «si fondano sempre sull’esito negativo, costantemente considerato come assodato e sicuro, delle conclusioni di questa prima ed unica Commissione di indagine nominata nel 1947». Quella Commissione aveva definito Pierina come una donna «dalla personalità isterica, con mentalità psicogena, intossicata da sostanze stupefacenti in modo cronico, in preda a stati allucinatori, tendente alla menzogna e alla mistificazione, al fine di coltivare meri interessi di natura commerciale».

Ovvio che su questo si basasse il pregiudizio nei confronti della veggente, mons. Vigilio Mario Olmi, già vescovo ausiliare, è stato per decenni tra i più convinti oppositori di Pierina Gilli e delle Fontanelle.

La svolta

Ma nuove valutazioni hanno completamente ribaltato quei giudizi. I nuovi studiosi incaricati dalla Diocesi nel 2016 hanno consegnato un dossier nel quale, dopo attente analisi medico-scientifiche, si traggono conclusioni che vanno in senso opposto a quelle dell’indagine diocesana avviata nel 1947.

Gli studiosi hanno definito Pierina «normale, umile, non istrionica, ben orientata nel tempo e nello spazio», le presunte apparizioni «non sono l’effetto di un trauma o di una condizione morbosa ma sono, al contrario, la dimostrazione della capacità di resilienza (cioè di resistenza al dolore) di Pierina». Per quanto riguarda l’assunzione di farmaci, «non vi è nessuna correlazione tra assunzione di Simesalgina (il farmaco somministrato dal giugno al settembre 1947) e le apparizioni».

Il vescovo Monari alle Fontanelle nel 2017 - © www.giornaledibrescia.it
Il vescovo Monari alle Fontanelle nel 2017 - © www.giornaledibrescia.it

E non è finita, nel giugno del 2018, su consiglio della Congregazione per la dottrina della fede, viene avviata una fase diocesana di studio dell’intero corpus dei messaggi contenuto nei diari di Pierina. Il primo approfondimento è stato affidato al mariologo padre Gian Matteo Roggio, docente della Pontificia Facoltà teologica Marianum.

La sua relazione, già consegnata dal vescovo al Vaticano, «rivaluta nettamente il valore e l’intensità spirituale delle esperienze mistiche vissute da Pierina Gilli e pone importanti interrogativi quanto alla loro possibile qualifica come apparizioni alla luce del magistero ecclesiale». Oggi l’esito direttamente dall’ex Sant’Uffizio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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