Il Broletto ferma gli impianti della fonderia Montini
Proprio ieri mattina sui social alcuni residenti di Travagliato pubblicavano le foto dei fumi emessi dalla fonderia Montini e lamentavano l’assenza delle istituzioni nel risolvere un problema che, a detta loro, va avanti da anni. Sono bastate poche ore perché quelle stesse istituzioni, nella fattispecie la Provincia di Brescia, agisse fermando gli impianti dell’azienda di proprietà della famiglia Regali per gravi violazioni ambientali e per la presenza di una discarica abusiva nell’area della fabbrica.
Se sia solo una coincidenza o se il Broletto abbia agito proprio in risposta all’ennesimo post critico dei cittadini contro la Montini è difficile dirlo. Fatto sta che venti giorni dopo il provvedimento di diffida, alla fine, l’ufficio Ambiente della Provincia ha deciso di sospendere l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, concedendo all’azienda due giorni di tempo per «comunicare l’avvenuta interruzione in sicurezza dell’attività produttiva».
Un blocco degli impianti che durerà fino al 15 marzo prossimo e «comunque fino al termine della completa risoluzione dell’inosservanza relativa alle prescrizioni dell’Aia».
Il blocco
In queste due settimane, la Montini non è riuscita a risolvere nessuna delle 36 inottemperanze che i tecnici dell’Arpa di Brescia hanno segnalato nella relazione inviata in Broletto lo scorso 17 dicembre. Il prospetto delle attività svolte e il cronoprogramma degli interventi da eseguire, inviato in Provincia dalla famiglia Regali lo scorso 27 gennaio, è stato considerato del tutto insufficiente a risolvere le criticità segnalate dagli ufficiali giudiziari dell’Agenzia via Cantore.
Tra le tante contestazioni, nel provvedimento il Broletto ha ribadito le responsabilità dell’azienda nell’inquinamento del vaso Seriola nuova di Chiari, segnalato che «non è stata fornita alcuna dimostrazione» delle reali intenzioni della ditta di acquistare un nuovo Sme, Sistema di monitoraggio delle emissioni, per sostituire quello presente del tutto inutile, e accertato la presenza di una discarica abusiva di rifiuti pericolosi stoccati in un’area dell’azienda. I tecnici dell’Arpa hanno infatti trovato circa 88mila chilogrammi di scorie di fusione e polveri dei gas di combustione contenenti sostanze pericolose.
In quanto reato penale, già oggi l’Arpa dovrebbe inviare la comunicazione in Procura per l’avvio delle indagini e in Provincia per le sanzioni amministrative. La ditta dovrà comunque, entro il 15 marzo, avviare il recupero e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
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