Fondazione della Comunità Bresciana, 5 milioni di donazioni nel 2023
Nel Bresciano «c’è sempre più disponibilità a trasferire parte del proprio patrimonio con una prospettiva filantropica». A riferirlo è il notaio Mario Mistretta, presidente della Fondazione della Comunità Bresciana. Solo nel 2023 i fondi di varia natura (sono quasi 90) che fanno riferimento all’ente da lui guidato hanno ricevuto «linfa» per oltre cinque milioni di euro. Non solo lasciti testamentari, ma soprattutto erogazioni eseguite in vita, anche da aziende.
Lasciti
È legato, invece, a un testamento, il fondo nato l’anno scorso su disposizione di una persona che donò 300mila euro affinché venissero utilizzati per progetti contro la povertà educativa. Recente, invece, è l’erogazione fatta da un soggetto camuno con figli: oltre 100mila euro che verranno prossimamente investiti in azioni di contrasto all’isolamento delle piccole frazioni del suo territorio.
Per la comunità
Obiettivi ben precisi spingono, insomma, le persone a compiere gesti concreti per la comunità. Persone che, come sottolinea il notaio, «nella maggior parte dei casi non sono sposate, non hanno figli e hanno solo parenti lontani». Alcune scelgono di devolvere direttamente il gruzzoletto o i beni a un ente specifico o di costituire (anche in vita) un fondo. Ad optare per questa seconda possibilità – offerta dalla Fondazione della Comunità Bresciana – sono coloro che intendono allocare il denaro nel tempo.
I fondi
«Il fondo – spiega il presidente Mistretta – consente di dare continuità all’erogazione. Ha un regolamento e c’è una commissione che si occupa di soddisfare anno dopo anno il bisogno al quale la donazione intende rispondere. La volontà dell’autore del lascito viene rispettata in modo molto preciso, specifico. E la sua idea di solidarietà diventa così più matura, profonda».
Anche nel caso dei fondi, come ben precisato nel sito della Fondazione della Comunità Bresciana, «non si può disporre liberamente della quota “indisponibile” o “legittima” che la legge italiana riserva ai parenti cosiddetti “eredi legittimari”». Inoltre i lasciti a favore delle organizzazioni non profit non sono soggetti ad alcun tipo di imposta.
Esistono, quindi, «più strumenti flessibili e alternativi per dare seguito alla volontà, sempre più diffusa, di legare a scopi filantropici una parte del proprio patrimonio. Con la consapevolezza che il dono solidale – conclude il notaio Mistretta – faccia moltiplicare la ricchezza intangibile della comunità».
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