Centinaia di fan al Vittoriale per Vasco Rossi
«Vasco Rossi non c’è - annuncia il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri -, è stato tutto un trucco, ora terrò una lezione sul decandentismo europeo». Ma gli oltre 1500 fan che riempiono l’anfiteatro non ci credono nemmeno per un secondo. Vascooooo, Vascoooo urla il pubblico, tra le risate.
E Vasco Rossi fa il suo ingresso trionfale, sulle note di «Albachiara». Questa volta è a Gardone Riviera non per villeggiatura (in quella località più volte definita scherzosamente «segreta», perché tutti lo sanno che soggiorna sempre a Villa Paradiso), ma per ritirare il 15esimo Premio del Vittoriale.
«Al komandante, che per il suo viaggio nella vita e nella musica ha inventato la definizione di ‘supervissuto’ - legge Guerri, spiegando la motivazione del riconoscimento -, ha costruito un genere, quello del rock italiano, adattando metrica, linguaggio e temi e rompendo ogni schema, ha sempre avuto il coraggio di osare e sfidare il tempo restando fedele a se stesso. Un ribelle gentile capace di mantenere intatta la passione, di incantare generazioni, specchiarsi nelle proprie ombre e tornare alla luce usando la bussola dell’audacia». E la platea intona nuovamente un coro. «Sapevo che sarebbe stato facile condurre questa conversazione - scherza ancora Guerri -, la maggior parte del tempo se ne andrà così».
Vasco è in gran forma. Saluta il suo direttore di palco, il bresciano Diego Spagnoli, e ringrazia tutti i suoi collaboratori. «D’Annunzio diceva “il verso è tutto” - lo incalza il presidente del Vittoriale -. Tu come scrivi? Perché sei un poeta, non fare il modesto».
«La canzone d’autore è una forma d’arte moderna - ribatte Vasco -, si avvicina molto alla poesia. Per scrivere canzoni devo essere in una dimensione senza tempo. Strimpello la chitarra e vengono fuori delle armonie, e allora cerco di dare parola a quei suoni. Pensando a un’emozione, cerco di descriverla senza usare la razionalità. Non so mai come andrà, e alla fine della canzone anche io mi dico: è incredibile, da dove è uscita?».
«L’invenzione poetica è usare parole comuni per farne una cosa non comune» commenta allora Guerri. E il cantautore modenese replica: «Le mie canzoni sono provocazioni. Ho una passione pazzesca per le canzoni fin da piccolo. Ho imparato dai cantautori il concetto di poesia».
Le canzoni di Vasco sono però anche fotografie, istantanee legate a ricordi nella mente di milioni di persone. «Mi commuove pensare a quanti ricordi hai diffusi nel mondo - commenta a tal proposito Guerri -, a quanta gente ha le tue canzoni legate a un’emozione». «Io non vi leggo dentro - assicura l’artista, rivolto ai fan - è che dentro abbiamo tutti le stesse cose».
Poi Vasco si alza e decanta i versi de «La pioggia nel pineto» di d’Annunzio. «Senti che bello questo verbo - gli dice Guerri -: “Le tue chiome auliscono”. Questo verbo qui lo devi mettere in una canzone». «Lo metto, lo metto» assicura il cantautore. E l’Anfiteatro esplode di nuovo. Vascooooooo, Vascooooo.
Nel pomeriggio
All’apertura dei cancelli alle 15.30 la folla a Gardone Riviera era enorme. Un’attesa speranzosa fuori dal Vittoriale, ma per la maggior parte dei fan di Vasco inutile. Sono entrati alle 16.30 solo i 1500 fortunati (e velocissimi) che si sono aggiudicati i biglietti gratuiti andati sold out in un soffio. Alle 17 il rocker di Zocca ha ricevuto il XV Premio del Vittoriale, assegnato dalla Fondazione a personalità di spicco nei vari ambiti del sapere.
Il clima è stato festoso, nonostante il sole dei giorni scorsi abbia lasciato spazio al fresco e il cielo minacci pioggia. «Noi abbiamo i biglietti - raccontano le sorelle Antonia e Raffaella, arrivate con le figlie e le amiche - ma per precauzione siamo arrivate comunque in anticipo. Si sa mai». Nei palmi delle mani si sono scritte con il pennarello «Vasco ti amo»: sanno che il contesto del Vittoriale non è San Siro - dove andranno comunque quest’estate come ogni anno, ormai appuntamento fisso - ma la speranza è riuscire comunque a mandare un messaggio al loro cantante preferito.
L’evento è stato trasmesso in diretta sul grande schermo presente in Auditorium al Vittoriale, accessibile gratuitamente fino a esaurimento posti dai visitatori che non avessero riservato il posto in teatro.
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