Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo

La Redazione Web
Il 22enne è stato dichiarato colpevole del femminicidio di Giulia Cecchettin dal Tribunale di Venezia
Filippo Turetta il giorno della lettura della sentenza - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Filippo Turetta il giorno della lettura della sentenza - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia.

La sentenza

La sentenza della Corte d'assise di Venezia è stata letta nel pomeriggio del 3 dicembre 2024 dal presidente del Collegio Stefano Manduzio

Filippo Turetta è stato dichiarato dal Tribunale di Venezia colpevole del femminicidio di Cecchettin e condannato all'ergastolo, oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia in carcere e all’interdisione perpetua dai pubblici uffici.

Il collegio ha escluso le aggravanti della crudeltà e del reato di minacce, previsto dall’articolo 612 bis del codice penale, unificati dal vincolo della continuazione. Oltre alle interdizioni di legge, è stato disposto un risarcimento alle parti civili con il pagamento di una provvisionale di 500mila a Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese di costituzione legale. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.

Le parole di Gino Cecchettin

«Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi ridarà indietro Giulia, non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri. È chiaro che è stata fatta giustizia, ma dovremmo fare di più come esseri umani, la violenza di genere va combattuta con la prevenzione, non con le pene. Come essere umano mi sento sconfitto, come papà non è cambiato niente rispetto a ieri o a un anno fa», ha dichiarato Gino Cecchettin, il padre di Giulia, dopo la sentenza di condanna.

«Non è questa la sede per onorare la memoria di Giulia», ha aggiunto. «Oggi era una tappa dovuta per rispettare le leggi che ci siamo dati come società civile. Ora si cerca di andare avanti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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