Festa Liberazione, ancora polemiche sulle cerimonie del 25 Aprile

Dopo Maclodio e Ghedi, a Brescia il centrodestra contesta la scelta di far intervenire l’onorevole Gianni Cuperlo del Pd
La celebrazione del 25 Aprile in piazza Loggia
La celebrazione del 25 Aprile in piazza Loggia
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Soffia il vento la polemica sul 25 Aprile. Non c’è davvero pace per la Festa della Liberazione. Quella che dovrebbe essere una cerimonia condivisa, nella quale si ricorda il sacrificio dei caduti per la libertà e la democrazia contro l’occupazione nazista e la dittatura fascista, si è trasformata in una disputa particolarmente accesa.

Dopo i casi di Ghedi e Maclodio – quest’ultimo finito addirittura all’attenzione del Presidente della Repubblica – la polemica è scoppiata anche a Brescia, città medaglia d’argento al Valor militare per la lotta partigiana.

A far discutere è stata la decisione di invitare come oratore ufficiale della cerimonia, che si terrà venerdì prossimo in piazza Loggia, l’onorevole del Pd, Gianni Cuperlo. Scelta contestata dai consiglieri comunali di centrodestra in una lettera indirizzata alla sindaca Laura Castelletti.

«Il 25 Aprile deve rimanere la festa di tutti coloro che si riconoscono nei valori della Repubblica, al di là delle appartenenze partitiche e delle sensibilità ideologiche – si legge –. Riteniamo non opportuna la decisione dell’Amministrazione di affidare l’orazione ufficiale a un parlamentare del Partito democratico. Una scelta che risulta fortemente connotata politicamente e rischia di non rappresentare l’universalità di una ricorrenza che dovrebbe invece unire e non dividere».

A rispondere a queste accuse, però, è stato il presidente dell’Anpi di Brescia, Lucio Pedroni, al quale si è unito anche il presidente provinciale delle Fiamme Verdi, Alvaro Peli. «Da sempre questa manifestazione è gestita in autonomia dalle Associazioni partigiane – spiegano i due, difendendo la propria scelta –. Tutti sono invitati a partecipare: il prefetto, il questore, le autorità politiche e militari, i rappresentanti istituzionali comunali, regionali e nazionali sono invitati sul palco. L’anno scorso avevamo invitato due studenti universitari, ma quest’anno abbiamo scelto di chiamare un politico che secondo noi ha molto da dire sulla Liberazione, non ci interessa l’appartenenza politica».

A Maclodio

Nel piccolo comune della Bassa era scoppiata la polemica perché il sindaco Simone Zanetti non solo aveva negato al capogruppo di opposizione di «Maclodio Movimento», Luca Crotti, di parlare durante la cerimonia, ma nella risposta aveva parlato di una commemorazione dedicata ai caduti di tutte le guerre che si sarebbe tenuta il 27 aprile.

Il caso, nonostante il primo cittadino abbia ribadito che per lui il «25 Aprile può essere una festa divisiva», è rientrato. «Si è trattato di un refuso», ha aggiunto Zanetti.

La cerimonia si terrà venerdì. Il caso, però, non è rientrato per i consiglieri di opposizione che sulla vicenda hanno scritto una lettera al Capo dello Stato Sergio Mattarella: «Finché Voi, Signor Presidente, agiterete con la Vostra sussurrata e delicata voce il Tricolore in difesa dei Valori Repubblicani, l’oblìo non si estenderà su chi diede la vita e lottò con ardore per la liberazione dagli oppressori nazisti e fascisti».

A Ghedi

Niente «Bella Ciao» alla cerimonia del 25 Aprile a Ghedi, a ribadirlo è stato proprio il sindaco Federico Casali: «Sacrosanto ricordare i milioni di soldati morti e la fine della guerra, ma "Bella Ciao" è diventato un testo troppo politicizzato. Vediamo come va quest’anno con l’Anpi poi decideremo cosa fare in futuro». Anche se chi conosce bene il sindaco non esclude che possa «scapparci» una concessione bis.

«Questa non è una novità – spiega il presidente dell’Anpi Pedroni –. Solo l’anno scorso il sindaco aveva concesso al maestro della banda di suonarla. Ma a Ghedi abbiamo un gruppo Anpi molto forte e nel caso verrà intonata a squarciagola alla fine della manifestazione. Inoltre, come oratrice ci sarà Francesca Parmigiani del Comitato nazionale dell’Anpi, che saprà tenere testa».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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