Brescia, in questura la «Stanza d’ascolto» per denunciare la violenza
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Venerdì negli uffici della questura di Brescia sarà inaugurata la «Stanza d'Ascolto», un luogo sicuro dove le donne potranno denunciare le violenze subite senza alcun timore di essere giudicate.
Monia Delpero
La stanza è dedicata a Monia Delpero. Monia aveva solo 19 anni quando nel 1982 nella notte di Santa Lucia fu brutalmente assassinata dal suo ex fidanzato; il suo corpo venne nascosto in un sacco di plastica e lasciato in un canale di scolo. La madre, Gigliola Bono, ha trasformato quel dolore straziante in una missione di vita.
Oltre alla infinita battaglia legale affinché lo Stato riconosca un indennizzo alle famiglie delle vittime di femminicidio Gigliola Bono ha creato la mostra itinerante «Io ti ascolto», in collaborazione con il Centro Antiviolenza «Casa delle donne» e con l’Associazione Cuav «Cerchio degli uomini»: al centro della scena un baule rosso in cui sono raccolte poesie e riflessioni scritte da studenti delle scuole secondarie.
Simbolo e azione
«La “Stanza d’ascolto” dedicata a Monia non è solo uno spazio fisico, ma un simbolo: è il luogo dove il silenzio si rompe e la paura si trasforma in azione. Ogni donna che varcherà quella soglia farà un passo fondamentale verso la sua libertà», spiega la Questura di Brescia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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