Fede, tradizione e comunità: il pellegrinaggio degli alpini a San Felice

San Felice si è vestita a festa per accogliere gli alpini della sezione Monte Suello, protagonisti domenica di un pellegrinaggio che ha intrecciato fede, tradizione e spirito di comunità. Migliaia le penne nere, amici e simpatizzanti che hanno invaso il centro storico, accompagnati dalle fanfare e graziati dalla pioggia che ha risparmiato il corteo.
In prima fila il presidente della sezione Monte Suello Sergio Poinelli, insieme ai rappresentanti delle forze armate. Subito dietro, i gagliardetti dei gruppi che compongono la sezione, sventolati con orgoglio lungo le vie del paese. Una marcia che non ha coinvolto solo gli alpini, ma ha saputo raccogliere attorno a sé l’intera comunità: tante le bandiere esposte alle finestre, tante le mani alzate in segno di saluto, tanti i sanfeliciani che hanno scelto di seguire il corteo fino al santuario della Madonna del Carmine.

Il legame alpino

Una presenza che parla di continuità e appartenenza: tra le file si sono visti nonni, genitori, figli e bambini, anche piccolissimi, con in testa il cappello del nonno. Un segno che il legame alpino, fatto di valori antichi e solidi, continua a passare di generazione in generazione.
Il corteo ha preso il via alle 10.15 dalla palestra di San Felice, attraversando il centro con una sosta significativa in piazza, davanti al monumento ai Caduti, dove è stata deposta una corona d’alloro. Poi di nuovo in cammino, guidati dalle note delle fanfare Valchiese e Monte Suello, fino all’arrivo – alle 11 in punto, con la puntualità che da sempre contraddistingue le penne nere – al santuario del Carmine.
Qui, nell’anno giubilare, i partecipanti hanno avuto l’occasione di compiere la preghiera giubilare, un gesto semplice ma profondo, segno di fede e rinnovamento spirituale. A seguire, la celebrazione della messa, momento culminante di un pellegrinaggio che ha rafforzato ancora una volta il legame tra la comunità locale, la tradizione alpina e la fede.