Edolo ed Esine, picco di accessi ai pronto soccorso durante le feste
Più turisti, più accessi agli ospedali camuni. Un’equazione che è stata rispettata anche nelle ultime vacanze natalizie, quando, dal 24 dicembre al 6 gennaio, sono stati registrati 2.253 accessi ai pronto soccorso di Edolo ed Esine e quasi cinquecento ai servizi territoriali (per l’esattezza sono stati 1.351 a Esine e 610 a Edolo, più 193 triage pediatrici e 99 ginecologici), con una media giornaliera di 160 utenti.
Ritmi intensi
Per la maggior parte si è trattato di persone con febbre e sintomi delle alte vie aeree (187 casi), oltre a traumi cranici (33) e disturbi neurologici (56); in tutto 190 utenti sono successivamente stati ricoverati in ospedale. «I ritmi di lavoro sono stati intensi – dichiara il direttore generale Corrado Scolari –, soprattutto se consideriamo le carenze di medici che ancora si riscontrano. Quando la presenza giornaliera in pronto soccorso è di 160 persone, le attese di qualche ora sono inevitabili per le patologie non urgenti».
Servizi territoriali
Per intercettare i casi di lieve entità, evitando di affollare il pronto soccorso, sono stati potenziati i servizi territoriali, soprattutto in alta Valcamonica, aumentando le postazioni di continuità assistenziale (ex guardia medica) di Edolo e Ponte di Legno, che hanno erogato 285 prestazioni sanitarie, tra le quali 132 visite ambulatoriali, 31 domiciliari e 122 consulenze telefoniche in coordinamento col pronto soccorso per l’invio dei casi più gravi.
Ambulatorio e hotspot
L’ambulatorio infermieristico per residenti, turisti italiani e stranieri e lavoratori stagionali, aperto nella casa di comunità di Ponte, ha avuto trenta accessi (per valutazioni, medicazioni, indicazioni per sindromi influenzali, misurazione dei parametri vitali e orientamento). Mentre gli accessi all’hotspot infettivologico, sempre nella casa di comunità dalignese in collaborazione con i medici di base, sono stati dieci per pazienti con problemi respiratori legati all’influenza. D’impatto anche l’attività dei medici di base dell’alta Valle, che hanno registrato l’accesso di novanta turisti in aggiunta alla loro attività ordinaria.
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