È morto Gianni Simoni, ex magistrato e giallista bresciano
È morto improvvisamente all’età di 86 anni l’ex magistrato e giallista Gianni Simoni: negli anni ’80, in qualità di pubblico ministero alla Procura Generale di Milano, si era occupato tra le altre cose dell’appello per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli (sostenendo l’accusa) e all’inchiesta sull’avvelenamento di Michele Sindona nel carcere di Voghera. Su quest’ultima vicenda scrisse anche un libro con Giuliano Turone, «Il caffè di Sindona».
La vita di Simoni
Nato a Brescia nel 1938, Simoni ha vissuto quarant’anni a Milano e in qualità di giudice istruttore ha condotto indagini attorno al mondo della criminalità organizzata, dell’eversione nera e del terrorismo.
Dal 1974 si è occupato di diversi processi per sequestro di persona, ma anche di processi politici riguardanti le cellule bresciane legate alle Br e a Prima Linea.
Mercoledì 4 settembre, in serata, il figlio l’ha trovato privo di vita nella sua abitazione. Non c’erano state avvisaglie, fa sapere il fratello di Gianni, Carlo Simoni.
I romanzi
I suoi gialli sono spesso ambientati in terra bresciana. Due le serie: la prima vede protagonisti il commissario Miceli e l’ex-giudice Carlo Petri: conta dodici romanzi (il primo pubblicato nel 2007 si intitola «Un mattino d’ottobre», il secondo «Commissario domani ucciderò Labruna»).
La seconda riguarda invece le indagini del commissario Lucchesi: conta sette titoli e l’ultimo è uscito nel 2019.
I funerali
Riguardo alla camera ardente e ai funerali, ancora non ci sono informazioni.
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