È morta Eleonora Giorgi, aveva 71 anni
Stamattina Eleonora Giorgi si è spenta serenamente nell'amore e nell'abbraccio dei suoi figli e dei suoi affetti. Lo fa sapere la famiglia. L'attrice aveva 71 anni. La Giorgi era ricoverata in una clinica romana per la terapia del dolore: a fine 2023 aveva annunciato di essere stata colpita da un tumore al pancreas e ne aveva raccontato l'evoluzione, anche in tv, conservando sempre il sorriso e invitando tutti a «vivere senza sprecare il proprio tempo».
Accanto a lei in questi mesi difficili i figli Andrea e Paolo, l'ex marito Massimo Ciavarro, la nuora Clizia Incorvaia e l'adorato nipotino Gabriele. Il figlio Andrea Rizzoli le ha dedicato il libro «Non ci sono buone notizie» (Piemme) in cui ha raccontato la malattia e insieme la voglia di vivere della madre.
L’ultimo anno
«Che la mia vita abbia subito fin dall'inizio, e per l'intero svolgimento, eventi di portata extra-ordinaria, fra alti e bassi estremi estranei alla mia volontà, è un dato di fatto evidente. Il Destino, più che la mia volontà, ha fin qui segnato il mio percorso umano. Non mi aspettavo, però, che il Fato imprimesse di colpo una svolta tanto violenta alla mia vita».
Lo racconta Eleonora Giorgi, parlando della scoperta del tumore al pancreas, nella prefazione al libro «Non ci sono buone notizie. L'anno più bello di mia madre, nonostante tutto», scritto dal figlio Andrea Rizzoli, da poco uscito per Piemme, con la postfazione di Paolo Ciavarro, secondo figlio dell'attrice. Dedicato «A tutti i coraggiosi obbligati a lottare per la loro vita. E a coloro che coraggiosamente scelgono di restargli vicino», è il racconto intimo di un'intera famiglia che si unisce quando deve affrontare la prova più difficile. Una tosse sospetta, un'ombra al pancreas, poi la diagnosi di tumore che oggi ha portato alla morte Eleonora Giorgi. «Non siamo mai stati così uniti. Presi dalle nostre individualità, procedevamo come delle rette vicine ma parallele. Adesso invece siamo un intricato nodo di emozioni e speranze» racconta Andrea Rizzoli, che con Paolo è stato vicino alla madre fino all'ultimo momento, in questo diario. Un diario che è anche una lettera a sua madre: non più l'attrice, il personaggio pubblico, l'icona del cinema che tutti hanno amato, ma semplicemente Eleonora, la donna forte e combattiva che non teme le sue fragilità.
Un racconto in cui c'è la paura, la speranza, la dolcezza, le priorità che cambiano, il tempo che diventa insieme alleato e nemico, il «quando» che si trasforma in «se». «E col sorriso mi abbandono al destino e all'amore dei miei figli, delle loro mogli, di Gianluca il nipotone, e dei miei amatissimi Gabriele, nipotino di meno di tre anni, e di Nina, la sua sorellina di nove! È a loro che dedico la mia vita e tutto quello che ho imparato! E loro che ringrazio della cura e dell'amore gigante ricevuto! E dedico anche un pochettino della mia vita al mio pubblico, al quale mi lega un affetto pluridecennale!» dice nel libro Eleonora Giorgi.
Gli esordi
Eleonora Giorgi era nata a Roma il 21 ottobre 1953, ma aveva sangue straniero nelle vene (inglese per parte di padre, ungherese grazie alla madre) e questo mix tra rigore e passione si è sempre riflesso nella sua vita privata e professionale.
L'influenza della scenografa Giulia Mafai (seconda compagna del padre) è stata determinante dato che sul set fu catapultata per caso dopo qualche servizio fotografico e un paio di film da non accreditata. La chiama Tonino Cervi che produce Storia di una monaca di clausura nel 1973 e ha un ruolo di spicco per lei a fianco di Catherine Spaak. Si tratta di un racconto popolare con qualche venatura erotica ma per la ragazza diciannovenne, libera e sfrontata, cresciuta al tempo della contestazione del '68, il cinema è un grande gioco che attira. Specie se, come accade a Eleonora, è preceduto da una comparsa in Roma vicino al maestro Fellini. All'inizio i registi la doppiano, ma poco a poco la sua voce roca e sensuale diventerà un tratto inconfondibile del suo personaggio.
Bionda, occhi cerulei, movenze da Lolita e disinvolta esibizione della sua bellezza (avrà presto un intero servizio su Playboy Italia), la ragazza acqua e sapone incrocia l'amica/rivale Ornella Muti l'anno successivo in Appassionata e nello stesso 1974 diventa un modello di successo con ben quattro film sempre legati a un erotismo rosa ed elegante. Sono gli anni delle nuove dive con Agostina Belli a completare un terzetto vincente insieme a Muti e appunto Giorgi.
Il secondo inizio
Ma nello stesso anno un dolore profondo (la morte del suo fidanzato Alessandro Momo a bordo di una moto che le ha preso in prestito) segna di colpo la sua vita. Si addentra nel tunnel dell'eroina, conosce la depressione, si rifugia alla radio, scompare dallo schermo. A vent'anni Eleonora Giorgi è già una donna carica di esperienze, non tutte felici. Le viene in aiuto Alberto Lattuada che, fidando nel giudizio dei migliori registi che l'hanno formata (Salce e Samperi in primis), la chiama nel '75 per Cuore di Cane dal romanzo di Bulgakov con Max von Sydow e Cochi Ponzoni come partner. A sorpresa per Eleonora è come un secondo inizio: da quel momento in poi le occasioni prestigiose si susseguono, una volta ancora secondo un destino artistico che le accomuna Ornella Muti, di due anni più giovane. Eleonora lavora con Giuliano Montaldo (L'Agnese va a morire), Damiano Damiani (Un uomo in ginocchio), Dario Argento (Inferno), Franco Brusati (Dimenticare Venezia), Liliana Cavani grazie alla quale incontra nel 1982 per Oltre la porta il compagno di scena più amato e rispettato, Marcello Mastroianni.
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Nel frattempo, però, Giorgi ha scoperto il suo lato comico, una leggerezza finemente ingenua che la rende partner ideale per Celentano (Mani di velluto) e Renato Pozzetto (Mia moglie è una strega). A coronare questa svolta è l'incontro con Carlo Verdone che in Borotalco (1982) ne fa la sua musa fatata e la ritroverà anni dopo in Compagni di scuola. Sarà, per quasi vent'anni, la sua ultima apparizione al cinema. Confermerà invece la sua popolarità in tv, da Yesterday a I Cesaroni. Intanto, negli anni 2000, sceglie di dirigere proprio Ornella Muti in Uomini & donne, amori & bugie (la sua prima regia nel 2003) e poi di raccontare l'adolescenza confusa dei tempi nuovi in L'ultima estate del 2009.
I premi
Gli allori invece erano tutti arrivati per Borotalco con la statuetta del David, il Nastro d'argento e il premio al festival di Montreal. Vincerà invece la Grolla d'oro per Nudo di donna (ancora con Lattuada) e avrà la nomination ai Nastri per la sua prima regia. Le vicende della sua vita privata hanno un ruolo importante rispetto alle scelte artistiche.
Dopo il matrimonio nel 1979 con Angelo Rizzoli (da cui è nato il primogenito Andrea), il terremoto giudiziario che coinvolge il marito a inizio degli anni '80 segnerà la fine del matrimonio ma anche un disagio profondo in Eleonora che sceglie il silenzio, dirada l'attività artistica, privilegia la vita col figlio. Sul set di Sapore di mare 2 (1983) incontrerà poi Massimo Ciavarro, marito, amico, produttore insieme e lei e padre di Paolo. Nonostante qualche altro flirt (celebre quello con Warren Beatty raccontato nella sua autobiografia Nei panni di un'altra) e la lunga relazione con Andrea De Carlo, Ciavarro è rimasto per Eleonora Giorgi il compagno della vita, accanto a lei fino all'ultimo. La Giorgi degli anni 2000 abbraccia la tv dei programmi d'intrattenimento, tra una giuria di Miss Italia, un Ballando con le stelle molto autoironico e il Grande Fratello Vip.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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