Due detenute di Verziano mediatrici culturali alla mostra di Khalid Albaih

La Redazione Web
Grazie al progetto «Ask me» saranno disponibili ogni weekend dalle 14 alle 18 per guidare i visitatori
Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord
Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord
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Da sabato 16 il Museo di Santa Giulia ospiterà il progetto speciale «Ask me», che coinvolgerà due detenute della Casa di Reclusione di Verziano come mediatorici culturali per la mostra «Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord». Il progetto, promosso dal Comune di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei e dalla Casa di Reclusione di Verziano, in collaborazione con Act Associazione Carcere e Territorio, si inserisce nell'ambito delle iniziative del Festival della Pace con la finalità di vivere l’arte in maniera nuova e di riflettere sui temi dei diritti umani.

La mostra al Santa Giulia
La mostra al Santa Giulia

Una delle novità più significative di questa iniziativa è l'impiego di due detenute, che, dopo un percorso di formazione a cura dei Servizi educativi della Fondazione Brescia Musei, saranno disponibili ogni weekend (sabato e domenica, dalle 14 alle 18) per guidare i visitatori attraverso la mostra. Non solo faciliteranno la comprensione dei contenuti esposti, ma inviteranno il pubblico a riflettere sui temi della migrazione, dell’identità e dei diritti umani, in un dialogo aperto e stimolante.

La mostra

La mostra «Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord» è il cuore del progetto e segna la quinta tappa del percorso intrapreso dalla Fondazione Brescia Musei per esplorare, attraverso l’arte contemporanea, i più urgenti temi legati ai diritti umani. L’artista Khalid Albaih, noto per il suo impegno politico e sociale, ha trascorso una residenza artistica a Brescia per lavorare a questa esposizione, che affronta il fenomeno della migrazione attraverso il linguaggio della graphic art e delle illustrazioni.

La conferenza stampa di presentazione
La conferenza stampa di presentazione

Riabilitazione

Il progetto Ask Me non è un'importante occasione di riabilitazione per le detenute coinvolte. Attraverso il dialogo con il pubblico e l’approfondimento delle tematiche, le partecipanti avranno la possibilità di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, di rafforzare la propria autostima e di acquisire competenze relazionali ed espressive. L’esperienza è stata pensata come parte di un percorso di reintegrazione sociale che mette in luce il potenziale educativo e riabilitativo delle attività culturali.

Le altre edizioni

Ask Me è la terza edizione di un progetto che ha visto coinvolte altre mostre di grande impatto sociale e politico, come «Victoria Lomasko. The Last Soviet Artist» (2022), «Finché non saremo libere» (2023) dedicata alle artiste iraniane, e «Avremo anche giorni migliori» (2019), che ha dato voce alle opere realizzate nelle carceri turche. In tutte queste iniziative, le detenute hanno avuto un ruolo centrale come mediatori culturali, creando un punto di connessione tra arte e comunità, e contribuendo al dialogo su temi come la libertà, la giustizia sociale e i diritti delle donne.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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