Droghe, Milani: «C’è un gap tra presa in carico e inizio della dipendenza»

La Redazione Web
Il direttore socio-sanitario di Ats Brescia fa il punto sul tema, confermando la rapida diffusione delle nuove droghe: «Tra queste il crack, così come tutte le altre sintesi chimiche»
La Giornata contro l'abuso delle droghe
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Dei circa 45mila utenti dei servizi per le dipendenze di Regione Lombardia, il 12-13% - vale a dire più o meno 5.000 - sono quelli dell’Ats di Brescia, l’intera provincia esclusa la Valle Camonica. Sono più uomini che donne, che rappresentano circa un quinto dell’utenza.

Ma il dato più preoccupante è l’età media dei due terzi di chi, volontariamente, si rivolge ai Ser.D: fra i 35 e i 55 anni. Se si considera che, dicono i dati, il primo abuso avviene fra i 10 e gli 11 anni, all’utenza si arriva troppo tardi: «C'è un forte gap tra la presa in carico e l'inizio della fase della dipendenza» sottolinea Franco Milani, direttore socio-sanitario di Ats Brescia.

Le sostanze

Brescia è allineata ai dati regionali anche per quel che riguarda il tipo di sostanze utilizzate: un terzo degli abusatori utilizza la cocaina, seguono l’alcol, gli oppioidi e i cannabinoidi. Ma le nuove droghe avanzano molto velocemente: «Tra queste il crack, così come tutte le altre sintesi chimiche» dice Milani.

E se tra il 20 e 30% degli accessi nei reparti di psichiatria è legato all’abuso di sostanze, resta il problema di ricoverare in servizi ad hoc chi arriva in pronto soccorso per overdose. La legge 23 del 2020 di Regione Lombardia ha immaginato l’individuazione di equipe ospedaliere specifiche per le dipendenze. Che ad oggi, però, non sono ancora operative. Per Milani «possono essere dei letti di medicina, oppure letti dedicati esclusivamente a questa tipologia».

Modello sperimentale

Una volta superata la fase acuta, nell’Ats di Brescia ci sono 21 realtà per circa 500 posti residenziali, tutti gestiti da onlus, oltre a otto Ser.D pubblici e quattro Servizi multidisciplinari integrati privati. Mentre i posti ospedalieri ad hoc potrebbero arrivare entro l’anno: «Entro il 2024 - conferma Milani - Regione Lombardia dovrebbe dire ufficialmente quale sarà il modello sperimentale, e verrà applicato dalla Asst».

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