Dopo il maltempo sul Garda il turismo è ripartito, sperando nel boom
Il maltempo delle scorse settimane (se non mesi) non ha aiutato granché, ma la stagione è partita sotto buoni auspici. Poi i temi caldi: la manodopera, e quest’anno tutto sommato non va male, la tassa di soggiorno e i servizi.
Il tutto, con un concetto chiaro: Brescia è la nona provincia d’Italia per presenze e soggiorni, più di Firenze, tanto quanto Sicilia e Sardegna. E il Garda fa la sua parte.
Il bilancio
Si torna insomma a parlare di turismo sul Benaco: siamo alla metà di luglio, è inevitabile. A farsi sentire stavolta è Federalberghi, realtà che conta nella nostra provincia circa 400 associati. Gardesana è la vicepresidente, Lucia Cerini, che rappresenta le zone di Desenzano, Valtenesi e del medio lago di Garda. Ma nel consiglio sono inclusi anche rappresentanti di tutte le zone e membri permanenti sono i presidenti dei consorzi degli albergatori territoriali (inclusi quelli del Garda). Tutto ciò per dire che il settore gode di una rappresentanza di non poco conto e ha gli strumenti per tracciare un quadro più che dettagliato.
A tracciarlo sono stati qualche giorno fa il presidente di Federalberghi Brescia Alessandro Fantini e i suoi vice, Cerini appunto e Graziano Pennacchio (che rappresenta la Valle Camonica): «Dopo il covid - specifica il primo - si è tornati a prenotare, per cui si registra una certa stabilità. Il maltempo non ha aiutato, ma non siamo molto distanti dai numeri dell’anno scorso».
Numeri record: «Bissare quei risultati - sottolinea Cerini -, sarà una bella sfida, ma pensiamo in positivo». Tutto merito di un gran lavoro di squadra: «Il territorio è ben promosso - rimarca ancora Fantini -, siamo molto soddisfatti dell’operato di Visit Brescia: una promozione studiata e mirata, anche in termini di immagine e reputazione, che consente anche in anni difficili di raggiungere risultati che durano nel tempo».
Qualifiche
Bene, poi, il recente rinnovo del contratto nazionale del turismo e bene anche il fatto che quest’anno si avverta un poco meno la carenza di manodopera: «In questo ha inciso il venir meno del reddito di cittadinanza - spiega Fantini -, anche se continuano a mancare figure con una preparazione alta. Per questo negli ultimi anni stiamo portando avanti un progetto con le scuole alberghiere, per trasmettere ai più giovani l’amore per la cultura dell’accoglienza».
E la tassa di soggiorno? L’auspicio è che ci sia condivisione: «Se si desidera un salto di qualità, dovrebbe essere utilizzata per incrementare i servizi e non solo puntando all’intrattenimento». E il Garda avrebbe «gran fame» di una mobilità più sostenibile: «Gli spostamenti sul lago oggi sono esplosivi. Penso ai taxi, alle navette, al miglioramento della navigazione». Bene insomma, ma si può migliorare.
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