Cronaca

Don Remo, da Lodrino alla Bolivia: il missionario può diventare beato

Alessia Tagliabue
Incontro tra monsignor Tremolada e l’arcivescovo di Santa Cruz: apertura a recepire le istanze che darebbero il via al processo di beatificazione del valtrumplino, scomparso nel 1986
Don Remo Prandini, missionario con il sorriso - © www.giornaledibrescia.it
Don Remo Prandini, missionario con il sorriso - © www.giornaledibrescia.it
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Un asse di sinergia e fede prezioso, che unisce Brescia e Santa Cruz, in Bolivia, nel ricordo di un uomo che tanto ha fatto per entrambe le diocesi. Sacerdote, missionario, figlio, fratello, originario di Lodrino ma cittadino del mondo: tanto di buono è stato portato a termine nel ricordo e nell’insegnamento di don Remo Prandini, tragicamente scomparso il giorno di Natale del 1986 in Sud America, grazie anche agli sforzi dell’associazione nata in suo onore.

Un nuovo tassello, ora, viene aggiunto alla sua storia: si è svolto infatti il 14 ottobre in città un incontro tra il vescovo Pierantonio Tremolada e l’arcivescovo emerito di Santa Cruz Tito Solari, per esprimere la volontà delle due comunità di recepire le istanze che darebbero il via al processo di beatificazione del missionario valtrumplino.

Con gli Amici

L’incontro, organizzato da don Arnaldo Morandi – incaricato diocesano delle cause di beatificazione ecclesiastica –, ha visto anche la partecipazione del sindaco di Lodrino Bruno Bettinsoli e dei rappresentanti dell’associazione «Amici di Padre Remo», Vigilio Bettinsoli ed Emidio Bettinsoli.

Da sinistra, B. Bettinsoli, Morandi, Tremolada, Solari, V. Bettinsoli ed E. Bettinsoli - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra, B. Bettinsoli, Morandi, Tremolada, Solari, V. Bettinsoli ed E. Bettinsoli - © www.giornaledibrescia.it

L’intenzione di portare avanti la causa di beatificazione è emersa con convinzione da parte di tutti i partecipanti: servirà ora verificare la fama di santità di Padre Remo attraverso un procedimento ecclesiastico e giuridico che coinvolgerà la Santa Sede. L’importante, ora, era trovare un punto d’accordo tra la diocesi di origine e quella di incardinamento del missionario, per avvicinarsi a un epilogo verso il quale l’associazione di Lodrino lavora da decenni.

Le opere

Nato in Alta Valtrompia nel 1942, sacerdote salesiano, Padre Remo si è trasferito nel 1975 nel villaggio boliviano di Hardeman, dove ha vissuto fino agli ultimi giorni al servizio dei suoi campesinos. Qui ha trascorso gli ultimi nove anni della sua vita, contribuendo alla costruzione di una chiesa, di una scuola, di un ospedale e di un centro giovanile, opere che testimoniano la dedizione e l’impegno pastorale e missionario e del grande cuore di Padre Remo, che finì di battere il giorno di Natale del 1986, mentre si recava a portare dei doni ai bambini di due villaggi vicini.

L’associazione

La sua eredità morale è confluita nel 1993 nell’associazione «Amici di Padre Remo», che ha raccolto il testimone dell’amico, realizzando visite periodiche e donazioni, costruendo laboratori, convitti e casa, e cercando di garantire un presente ed un futuro dignitoso per gli ultimi tanto amati dal missionario. Ora, sarà proprio la Onlus ad essere garante del tanto atteso epilogo nella storia di Remo: l’associazione si costituirà «parte attrice» formulando la domanda di apertura della causa di beatificazione che tecnicamente verrà presentata alla diocesi di Santa Cruz, ma che evidentemente coinvolgerà anche la sua diocesi di origine.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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