Dissequestrate le aree di Caffaro Brescia: dopo Pasqua le analisi

Si tratta di un ulteriore passo nel cronoprogramma tecnico approntato per azionare la grande macchina della bonifica dell’area
Il sito Caffaro era stato posto sotto sequestro © www.giornaledibrescia.it
Il sito Caffaro era stato posto sotto sequestro © www.giornaledibrescia.it
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La Procura ha tolto i sigilli ai capannoni «intestati» a Caffaro Brescia. Un passaggio non indifferente e, proprio per questo, atteso dal commissario straordinario del Sito di interesse nazionale, Mauro Fasano: solo a dissequestro avvenuto, infatti, il raggruppamento temporaneo d’impresa – che vede Greenthesis come capofila – potrà entrare nell’area e agire «a tutto campo», testando e campionando in modo capillare i 110mila metri quadrati che disegnano la vecchia cittadella industriale.

Si tratta di un ulteriore passo nell’architettura del cronoprogramma «tecnico» approntato per azionare la grande macchina della messa in sicurezza e bonifica della ciclopica area avvelenata da un cocktail di inquinanti (Pcb, mercurio, diossine, metalli pesanti). Un passo in avanti che pare possa essere propedeutico a sbloccare gli altri: al momento, infatti, restano sotto sequestro i capannoni gestiti dalla Costruzioni strutturali acciaio (Csa) di Rovigo, come pure restano inaccessibili gli spazi in capo alla vecchia Caffaro Srl (la Chimica, ex Snia). È verosimile che la Procura proceda anche su quel fronte a stretto giro: del resto, il punto focale era proprio l’aggiudicazione del bando di gara, avvenuta in via ufficiale una manciata di giorni fa.

I prossimi passaggi

Quali i prossimi passaggi? Se non ci saranno inciampi procedurali o burocratici dell’ultimo momento, il consorzio di imprese potrebbe firmare il contratto entro Pasqua, individuando anche un responsabile del cantiere che sia effettivamente sul territorio in modo costante, cosicché sia il commissario Fasano sia la Loggia possano interpellarlo in base alle esigenze.

Va ricordato, infatti, che quello del sito Caffaro è uno dei risanamenti ambientali più complessi d’Italia: non esiste un «caso scuola». Una volta vergato l’incarico, si apre la fase delle indagini ambientali, necessaria per scandire il via alle demolizioni (previste a cavallo tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo).

Le reazioni

«Siamo molto contenti per questo passaggio – è il commento dell’assessora all’Ambiente in Loggia, Camilla Bianchi –. I tempi sono per ora rispettati e speriamo anzi di riuscire ad accelerare laddove possibile. La fase di studio sarà fondamentale». Soddisfatto anche l’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione: «Un’altra buona notizia in questo percorso che la città aspetta da decenni. Abbiamo condiviso con il commissario Fasano, che ringrazio per l’operatività, e con gli altri enti l’iniziativa. In questo primo anno di mandato di Giunta Fontana abbiamo sbloccato in provincia di Brescia situazioni sulle quali i cittadini chiedevano risposte. Ora bisogna accelerare su Vallosa e Selca. Sappiamo che la strada è ancora lunga ma al tavolo regionale ci siamo posti l’obiettivo di vedere le ruspe in via Milano entro la fine dell’anno e faremo di tutto per raggiungerlo». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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