CronacaBassa

Dieci tigli tagliati di netto all’ex Marzotto a Manerbio: è polemica

Alessandra Portesani
Due ordinanze successive suscitano domande dell’opposizione e degli ambientalisti. Il sindaco risponderà all’interrogazione il 30 aprile
  • Gli alberi secolari tagliati a Manerbio
    Gli alberi secolari tagliati a Manerbio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una decina di tigli quasi secolari tagliati a raso nel parcheggio dell’area ex Marzotto: gli ambientalisti insorgono e l’opposizione interroga l’Amministrazione comunale. Una vicenda che a Manerbio fa discutere e suscita diversi punti interrogativi.

«Siamo venuti a conoscenza dell’intervento radicale eseguito nell’area ex Marzotto – riferisce il capogruppo di «Patto Civico per Manerbio», Giandomenico Preti –, quindi abbiamo cercato di capire quale operazione fosse in corso. E dagli atti del Comune, ai quali abbiamo fatto accesso, abbiamo rilevato una gestione confusa dell’intervento che ci ha indotto a chiedere chiarimenti».

Ad attirare l’attenzione della minoranza anche un’ordinanza, la numero 62 del 9 aprile scorso, che riportava l’intenzione dell’Amministrazione comunale di «procedere a lavori di pulizia, potatura piante e rimozione ramaglie, nel parcheggio dell’ex area Marzotto».

«Ci siamo domandati come potesse il Comune intervenire su un’area privata», sottolinea Preti. Da qui l’interrogazione presentata il 17 aprile cui, il giorno successivo, ha fatto seguito una nuova ordinanza nella quale si legge: «Si rende necessario procedere a rettifica dell’ordinanza numero 62 perché è emerso successivamente alla stesura del provvedimento che l’area è privata, e non a uso pubblico, pur essendo tollerato dal proprietario il libero utilizzo da parte degli utenti stradali». Quindi, continua il testo, «visti i lavori che il privato doveva effettuare sulla propria area, si confermano le prescrizioni della precedente ordinanza». Una correzione che ha generato ancora più confusione, anche perché in entrambe le ordinanze si parla di «potatura» e non di taglio a raso.

Le reazioni

«Vi sono delle procedure amministrative che consentono la potatura straordinaria e l’abbattimento degli alberi – precisa la consigliera d’opposizione Serena Cominelli –, per questo nella nostra interrogazione abbiamo chiesto se vi sia stata una valutazione agronomica che giustifichi il taglio effettuato, così come previsto dall’articolo 5 delle Norme tecniche di attuazione contenute nel vigente Pgt. Indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell’area, stupisce comunque che gli amministratori non si siano posti alcun dubbio sulla bontà dell’operazione».

E non solo le minoranze hanno stigmatizzato questo intervento, ma anche gli ambientalisti, primo tra tutti, per Legambiente, Gabriele Pellegrini. «È stato perso un patrimonio arboreo di valore inestimabile per la collettività quali erano i tigli quasi secolari piantati agli albori dell’insediamento della Marzotto – afferma –. Chiederemo un incontro con l’Amministrazione comunale per capire chi abbia autorizzato una scelta così grave». Il dottore forestale Eugenio Fasser, coinvolto da Legambiente, aggiunge che «le ceppaie erano quasi tutti alberi sani e anche i due cariati potevano essere salvati».

Lapidario l’intervento del gruppo «Conoscere&Partecipare»: «Siamo su candid camera...». Da parte sua il sindaco Paolo Vittorielli, da noi interpellato, dichiara che risponderà nel Consiglio comunale del 30 aprile. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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