Depuratore Valtrompia, 50 milioni per estendere l’allacciamento

Barbara Fenotti
Al momento risultano esclusi alcuni Comuni molto popolosi, tra i quali Lumezzane. L'obiettivo a breve termine è il collettamento nelle aree a nord di Marcheno
L'obiettivo a breve termine è il collettamento nelle aree a nord di Marcheno - © www.giornaledibrescia.it
L'obiettivo a breve termine è il collettamento nelle aree a nord di Marcheno - © www.giornaledibrescia.it
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Il depuratore della Valtrompia realizzato da Asvt in località Dosso Boscone, a Concesio, con una spesa di 38 milioni di euro, 14 dei quali finanziati con un contributo regionale, è una delle tre opere comprensoriali di cui si parla da oltre trent’anni sul territorio insieme alla bretella autostradale e all’acquedotto. Finora, tra questi progetti, è l’unica che ha visto la luce.

La vicenda

Inaugurata il 13 dicembre del 2022, permette di trattare 85.000 abitanti equivalenti potenziabili fino a 138.000. Ad oggi tratta i reflui di circa 50mila abitanti equivalenti.

L’obiettivo dietro alla costruzione del depuratore era liberare il fiume Mella dagli scarichi fognari: finora è stato raggiunto solo parzialmente, dal momento che gli allacciamenti interessano i Comuni di Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Polaveno e - infine - Gardone Val Trompia con l’esclusione di altri anche molto popolosi, come per esempio Lumezzane.

Per questa operazione «servono all’incirca 50 milioni di euro - spiega Michele il presidente di Asvt, Michele Gussago -: è un importo di una certa entità, che a oggi non siamo in grado di dire come e quando potrà arrivare, anche perché le prospettive di investimento, da quando c’è stato il passaggio, sono in mano ad Acque Bresciane». Gussago spiega inoltre che «nel biennio 2024-2025 deve essere effettuato l’allacciamento dei territori da Marcheno in su, quindi anche Tavernole e Pezzaze, dove sono giunte le opere di collettamento».

Per i Comuni fino a Gardone, che sono quelli con il maggior numero di abitanti di tutta la Valtrompia, il depuratore ad ogni modo funziona ed è in grado di restituire al Mella non più fogne ma acqua depurata: un grossissimo passo avanti se si pensa alla situazione in cui versava in Mella fino a qualche anno fa. Mella che, dopo aver attraversato la valle, «scende» in città e arriva fino ai paesi della Bassa bresciana.

Migliorie

Quello costruito in località Dosso Boscone, nella zona artigianale di Concesio, è uno dei primi impianti in Italia in cui è stata utilizzata la tecnologia a membrane Mbr per l’ultrafiltrazione e annovera alcuni aspetti innovativi sia dal punto di vista della fase gestionale sia per quanto riguarda il funzionamento dell’impianto stesso.

Per la sua manutenzione, anzitutto, viene utilizzata la realtà aumentata. In materia di economia circolare è previsto che quasi 14 milioni di metri cubi annui di acqua depurata venga reimmessa nell’ambiente. Parte viene utilizzata per il funzionamento dei macchinari del depuratore al fine di ridurre il suo fabbisogno idrico.

Grazie ai pretrattamenti 125 tonnellate all’anno di sabbie smaltite vengono recuperate e lavorate per essere reimmesse in commercio. Dagli oltre 6.700 metri cubi all’anno di fanghi prodotti viene recuperata la frazione energetica residua al termovalorizzatore di Brescia.

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