CronacaGarda

Depuratore del Garda, pronto un esposto per la Corte dei Conti

Giulia Bonardi
C’è anche istanza di prelievo destinata al Tar per il ricorso presentato nel 2021: sono le azioni che Montichiari e Gavardo intraprenderanno a breve per proseguire la loro lotta contro il progetto che prevede lo scarico nel fiume Chiese
Depuratore del Garda, esposto dei sindaci
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Nella proverbiale tasca, pronti da estrarre, ci sono sia un esposto alla Corte dei Conti, sia un’istanza di prelievo destinata al Tar per sollecitarlo all’attenzione verso il ricorso sul depuratore del Garda: sono le imminenti azioni che Montichiari e Gavardo faranno per proseguire la loro lotta contro il progetto del depuratore gardesano che prevede lo scarico nel fiume Chiese.

Ad annunciarlo è il sindaco di Montichiari Marco Togni, che ribadisce come il progetto in questione sia «completamente fallimentare, sotto ogni punto di vista: tecnico, ambientale ed economico», dice il primo cittadino, confermato alla guida del Comune a seguito dell’ultima tornata elettorale.

La questione economica

Per quanto riguarda, appunto, l’aspetto economico, i sindaci hanno intenzione di interpellare chi di dovere: «Abbiamo già pronto un esposto da inviare alla Corte dei Conti: qui il problema fra i tanti è anche che non si sa quanto costa l’opera e non si sa chi la paga – afferma Togni –. Si aggiunga che essa ha subito sulla carta grandi incrementi rispetto alle prime informazioni: da 100 milioni di euro si è passati già a 200 milioni di euro… E poi? Inoltre, tutti questi soldi dove si trovano? Mi risulta che non ci siano ancora tutte le risorse ritenute necessarie, tanto che la Comunità del Garda aveva detto di dover chiedere al governo altri fondi».

Sempre sul fronte economico, ma non solo: «Oltretutto si vuole realizzare un’opera così costosa quando c’è già il depuratore di Peschiera e basterebbe quindi ammodernare quell’impianto, dato che, come del resto ho già detto tante volte, non credo nella questione sollevata relativa alla sublacuale a fine vita», ribadisce Togni.

Il ricorso al Tar

I Comuni – la cui lotta, ricordiamo, nasce dalla contrarietà a un depuratore gardesano che scarichi nel fiume Chiese – hanno anche altre azioni in programma, sempre a breve termine: «Abbiamo depositato un ricorso al Tar (firmato da 11 Comuni e Comunità montana) nel 2021, e non ci sono più state novità in merito, pertanto faremo istanza di prelievo al Tar, ossia solleciteremo l’attenzione sulla questione», prosegue Togni.

Tra Comuni ricorrenti e le associazioni ambientaliste sono già in molti, in particolare lungo l’asta del Chiese, a combattere contro il depuratore del Garda, ma più si è meglio è, dunque si mira a potenziare il fronte, anche perché la faccenda è una delle più «calde» per i territori, pertanto è importante, anche per i cittadini, stimolare eventuali prese di posizione.

Sembra andare in queste direzioni anche l’altro proposito che illustra Togni: «Visto che le recenti elezioni amministrative hanno comportato in alcuni Municipi dei cambi di sindaci, scriveremo a questi Comuni per vedere se il nostro fronte si può allargare. In particolare interpelleremo anche Carpenedolo e Calcinato», anticipa il primo cittadino, intenzionato a bussare, nel merito, alla porta dei colleghi.

Abbiamo anche domandato a Togni cosa ne pensa circa gli eventuali problemi di viabilità che il cantiere comporterebbe e che sono stati sollevati da altri, prima fra tutte Confindustria: «Se l’opera si farà» premette, ritiene che sarebbero «problemi dei gardesani».

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