Depuratore del Garda, per il Ministero a Lonato «opera più vantaggiosa»
Un depuratore unico a Lonato, e non più la doppia scelta Gavardo e Montichiari. Sempre con scarico delle acque depurate nel Chiese.
È quanto è stato deciso nel corso della cabina di regia sul progetto di depurazione del Garda riunitasi a Roma e presieduta dal viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava.
«Particolare attenzione – fa sapere il viceministro tramite una nota - è stata dedicata alla valutazione delle due alternative progettuali per la sponda bresciana, riconsiderate alla luce delle nuove normative europee». Queste, lo ricordiamo, dicono che i nuovi depuratori devono essere dotati di impianti fotovoltaici che ne garantiscano l’autosufficienza energetica, impossibili da realizzare, per mancanza di spazi, a Gavardo e Montichiari.
«La realizzazione di un unico sistema di depurazione nel Comune di Lonato – continua la nota -, rispetto alla costruzione di due impianti nei Comuni di Gavardo e Montichiari, offrirebbe vantaggi significativi: costi di investimento e gestione più contenuti e la creazione di un impianto più performante».
Cronoprogramma
Il cronoprogramma prevede la dismissione e la rimozione delle condotte sublacuali entro il 2030. «Il lago di Garda, che rappresenta il 40% delle riserve di acque dolci del Paese, è un bene nazionale. È necessario agire con urgenza», ha dichiarato il viceministro Gava.
All’incontro hanno partecipato il prefetto di Brescia quale commissario straordinario per la sponda bresciana, Andrea Polichetti, la senatrice Maria Stella Gelmini in qualità di presidente della
Comunità del Garda, insieme a rappresentanti delle Regioni Lombardia e Veneto, dell’Ufficio d’Ambito di Brescia, del Consiglio di Bacino “Veronese” e ai dirigenti del ministero.
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