La Corte dei Conti ha aperto un’istruttoria sul depuratore del Garda

L’esposto su un possibile danno erariale i sindaci dell’asta del Chiese l’hanno inviato alla procura della Corte di Conti lo scorso novembre. E in un tempo considerato «lampo rispetto a quanto ci aspettavamo», i magistrati contabili hanno preso in mano la pratica e deciso di vederci chiaro sul progetto del depuratore del Garda.

L’istruttoria

L’istruttoria riguarda l’ipotesi originale del doppio collettore a Gavardo e Montichiari, oggi sostituita da un unico depuratore che dovrebbe nascere a Esenta di Lonato, dove trattare tutti i reflui civili prodotti dalla sponda bresciana del lago, così come indicato dopo l’intervento del ministero dell’Ambiente.

Le richieste

Da tempo i sindaci chiedono chiarimenti sulla gara d’appalto per la progettazione del sistema di collettamento e di depurazione della sponda bresciana del Garda, e sull’aumento dei costi, schizzati dai 120milioni delle stime iniziali a più di 200 milioni, dopo l’affidamento ad uno studio della progettazione definitiva, divisa in due lotti.

Nella convenzione siglata a gennaio 2022 tra Prefettura di Brescia, Acque Bresciane e Ufficio d'Ambito, sostengono i sindaci nell’esposto, Acque Bresciane si impegnava direttamente alla «redazione della progettazione definitiva degli interventi» e ancora al ruolo di «stazione appaltante nell'ambito del procedimento ad evidenza pubblica, volto all'affidamento della progettazione esecutiva». Su questo, tra le altre cose, si basa l’esposto presentato poco più di due mesi fa e proprio venerdì scorso è arrivata la conferma che la Corte dei Conti ha aperto un’istruttoria.