CronacaBassa

Depuratore di Visano, la Provincia non dovrà pagare 71 milioni

Giulia Bonardi
Il Tribunale di Brescia non ha accolto la richiesta avanzata da Vstr, alle quali spettano anche le spese legali. Nella Bassa la vicenda va avanti da 22 anni
Svolta per il depuratore di Visano
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C’è la sentenza del principale (ma non l’unico) contenzioso legale sul depuratore di Visano, ormai da oltre 20 anni «ridotto» a ecomostro: la Provincia di Brescia non deve sborsare 71 milioni e 346mila euro per il risarcimento danni chiesto dal raggruppamento di imprese afferente alla società Vstr srl a cui era stata assegnata la gestione dell’impianto. Lo ha deciso, nei giorni scorsi, il Tribunale di Brescia, dopo aver accertato la risoluzione della convenzione stipulata nel 1999.

Non solo, i giudici hanno anche condannato la società Vstr al pagamento a favore della Provincia delle spese legali per circa 309.901 euro, nonché al rimborso delle spese per l’assistenza tecnica (pari a 88.961 euro) e di quelle per la consulenza tecnica d’ufficio. Un verdetto che soddisfa pienamente il Broletto, proprietario dell’ex depuratore di reflui zootecnici.

La vicenda

Questo, come si è detto, non è l’unico contenzioso, ma è la «causa madre» alla radice dello scontro legale che tiene in ostaggio da anni il terreno di proprietà provinciale su cui sorge il depuratore (o quel che ne resta).

L’amara storia dell’impianto attivato per poco tempo - il cui destino è una sorta di paradigma dello spreco di risorse pubbliche - è tornata alla ribalta negli ultimi anni proprio perché quel pezzo di terra è stato considerato off limits dalla Provincia per via delle cause pendenti: «Finché c’è la diatriba legale non è possibile destinarlo ad altro», questa, in sintesi, la conclusione più volte espressa dall’ente. E quindi se n’è parlato quando era comparso lo spettro (per nulla gradito dal territorio) di una possibile ubicazione del maxidepuratore del Garda e, più recentemente, di una possibile localizzatore (che era stata approvata dai sindaci, ma è poi sfumata) del depuratore per i reflui di Visano, Remedello, Acquafredda e Isorella.

La sentenza rappresenta un primo punto fermo nella lunghissima diatriba relativa alla gestione dell’impianto di trattamento e depurazione situato a Visano, che è stato oggetto di un contenzioso tra le parti dal 2002, quando il gip del Tribunale di Brescia aveva disposto il sequestro preventivo dell’impianto per il superamento dei limiti tabellari dello scarico in corpo idrico.

L’impianto era stato dissequestrato il 17 luglio 2003, ma non è stato più riavviato, «nonostante la formale offerta di riconsegna a Vstr da parte della Provincia il 26 gennaio 2018», spiegano dalla Provincia. Vicenda sulla quale pende oggi un altro contenzioso.

Dunque resta un’altra diatriba sulla restituzione dell’impianto, ma per il Broletto, assistito dall’avvocato Alessandro Benussi, la principale è quella su cui il Tribunale si è espresso soltanto pochi giorni fa, il 30 agosto.

«La pendenza della causa aveva peraltro impedito di destinare l’area e l’impianto ad essere utilizzati e riconvertiti per lo smaltimento dei reflui civili, per i quali è stato necessario avviare la costruzione nelle aree limitrofe di un nuovo impianto a servizio del territorio», scrive la Provincia di Brescia.

Ricorso al Tar

E infatti in un appezzamento limitrofo è già in atto la costruzione del depuratore di Visano, Remedello, Acquafredda e Isorella e la decisione provinciale di non costruirlo sul terreno del vecchio impianto ha fatto scattare il ricorso al Tar del Comune di Remedello che contesta principalmente il consumo di suolo.

Il Broletto considera quindi la sentenza molto importante, non solo per l’esito, ma anche perché «l’accertamento incidentale circa l’avvenuta risoluzione della Convenzione aprirebbe la possibilità di disporre del sito e della relativa area», chiude la Provincia di Brescia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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