Depuratore di Visano, individuata una nuova area per l’impianto
È stato recentemente approvato il progetto del nuovo impianto di depurazione dei reflui civili destinato ai comuni di Remedello, Acquafredda, Isorella e Visano. L’Ato della Provincia di Brescia, a seguito di procedure di infrazione europea, che potevano esporre a nuove e gravi sanzioni per la mancata progettazione e realizzazione dell’impianto, ha individuato un’area idonea alla localizzazione del progetto, limitrofa a quella occupata dall’impianto di depurazione dei reflui zootecnici di Visano.
I contenziosi
L’impianto è stato sequestrato all’inizio degli anni 2000 per inadempimenti del gestore e mai più riattivato, a seguito di molteplici rifiuti della società di gestione ai progetti di riavvio dell’impianto proposti e approvati dalla Provincia di Brescia.
Sono infatti ancora in corso contenziosi con Vstr Scarl: l’ex gestore ha chiesto alla Provincia 70 milioni di euro di risarcimento danni, con una causa destinata a essere decisa nel corso del 2024 dal tribunale di Brescia in primo grado, dopo una consulenza tecnica con esito favorevole per la Provincia.
Mani legate
A tal proposito la Provincia ricorda come stia «subendo da decenni iniziative giudiziarie che hanno impedito e impediscono l’utilizzo dell’area in questione, che era stata inserita, nel 2022, nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni della Provincia, con lo scopo di cominciare a individuare le modalità di valorizzazione del sito, anche attraverso la creazione di un parco fotovoltaico, una volta risolta la fase contenziosa, che ancora oggi pende su questa vicenda».
«Siamo di fronte alla possibilità di investire 11 milioni di Pnrr - ha dichiarato la Consigliera al Patrimonio Daniela Edalini - per salvaguardare i comuni in infrazione europea. Sarebbe certamente stato positivo risparmiare un campo agricolo e utilizzare quello confinante, ma, essendo lo stesso oggetto di un lungo contenzioso di cui non è possibile conoscere tempi ed esiti, è meglio intervenire sul campo agricolo e non perdere gli investimenti, che invece hanno una scadenza ben precisa: entro marzo 2026, infatti, tutte le opere devono essere inderogabilmente completate, pena la revoca del finanziamento».
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