«Delitti bresciani», la puntata sulla strage Cottarelli
Esce venerdì 25 ottobre 2024 la nuova puntata di «Delitti bresciani», il podcast a cura del giornalista Andrea Cittadini che ricostruisce e racconta gli omicidi della provincia di Brescia che hanno attirato l’attenzione nazionale. Tutti gli episodi sono disponibili gratuitamente sulle principali piattaforme di ascolto (Spotify, Apple Podcast, Spreaker e sul sito del Giornale di Brescia). Il materiale audio e i servizi tg di quei giorni provengono dagli archivi dell’emittente Teletutto; il montaggio e la postproduzione sono a cura di Matteo Berta.
Sempre su Teletutto venerdì 1 novembre durante la puntata di «Messi a fuoco» andrà in onda il videopodcast dell’episodio.
La puntata sulla strage Cottarelli
Sono almeno tre, a Brescia, le «stragi» omicidiarie. Della prima, quella di Torchiera che costò la vita a gran parte dei componenti della famiglia Viscardi, il podcast «Delitti bresciani» se ne occupò nell’ultima puntata della seconda stagione. C’è poi la strage di San Polo: Mario Albanese uccise l’ex moglie e un amico in via Raffaello. Ora, per la seconda puntata della terza stagione, il podcast torna su un’altra strage: quella della famiglia Cottarelli.
La strage Cottarelli avvenne il 28 agosto 2006 a Urago Mella: in una villetta di via Zuaboni vennero uccisi l’imprenditore Angelo, il figlio 16enne Luca e la moglie Marzenna Topor. A chiamare le forze dell’ordine fu il fratello Mario, che non riusciva a mettersi in contatto con Angelo.
Madre e figlio furono – secondo i rilievi della Polizia – colpiti da alcuni proiettili calibro 22 sparati a bruciapelo, oltre che sgozzati. Angelo Cottarelli, che era stato legato come i familiari con fascette da elettricista, era ancora vivo quando arrivarono i soccorsi. Anche lui era stato sgozzato con un coltello da cucina e sfiorato da un proiettile. Morì tuttavia poco dopo l’arrivo in ospedale.
La ricostruzione
La ricerca dei responsabili fu breve, ma la vicenda giudiziaria durò 16 anni. Si arrivò alla definitiva assoluzione di Salvatore Marino – l’uomo che per lungo tempo è stato ritenuto uno dei killer della famiglia – solo nel 2022. Un anno prima era stato condannato all’ergastolo il cugino Vito Marino, morto nel carcere di Torino nel 2021. Il terzo uomo ritenuto responsabile, Dino Grusovin, è stato invece condannato a 20 anni. Pena che sta finendo di scontare.
Nella puntata interviene anche Federica Deledda, prima dirigente della Polizia di Stato. Oggi comandante della Polizia stradale, all’epoca dei fatti era direttrice dell’Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico della Questura di Brescia. Quel giorno non era in servizio e non riusciva a credere alla segnalazione. Quell’agosto fu tremendo per la città e la provincia dal punto di vista della cronaca: la Strage Cottarelli arrivava dopo quattro tremendi delitti.
L’estate nera del 2006
L’estate del 2006 fu nerissima per Brescia. Nel giro di 18 giorni ci furono 5 omicidi e 7 morti. Oltre alla strage, il primo delitto fu quello di Hina Saleem, 21enne di Sarezzo di origine pakistana, uccisa dal padre e dagli zii e sepolta in giardino perché voleva vivere una vita più occidentale; seguirono Elena Lonati, morta in chiesa per mano del sacrescano; il pittore Aldo Bresciani, ucciso da sei coltellate; e Muhammad Ilyas, 48 anni, accoltellato in strada. Quest’ultimo resta un crimine irrisolto.
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