Decreto flussi e turismo: le perplessità degli albergatori bresciani

Disillusione e circospezione da parte degli attori dell’ospitalità bresciana. Le risposte alle richieste arrivano anche due anni dopo
Gli albergatori bresciani esprimono perplessità sul Decreto flussi - © www.giornaledibrescia.it
Gli albergatori bresciani esprimono perplessità sul Decreto flussi - © www.giornaledibrescia.it
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L’industria dell’ospitalità bresciana accoglie il nuovo Decreto flussi con un mix di disillusione e circospezione. Perché se il provvedimento ha l’ambizione di stabilire quote di ingresso di immigrati extracomunitari per motivi di lavoro subordinato (anche stagionale) e autonomo anche per far fronte all’emorragia di figure professionali in Italia, restano parecchie riserve sulla sua effettiva funzionalità anche a causa di una macchina burocratica ritenuta troppo lenta. Il presidente Assohotel della Lombardia Orientale Giuseppe Caccamo mantiene una posizione più cauta: «Non siamo di certo contrari, ben venga la misura». D’altronde da anni il titolare dell’hotel Desenzano nell’omonima località gardesana assume «personale straniero, che è integrato e che non crea alcun problema».

Ma per Caccamo il problema della carenza di personale si affronta in altro modo: «Nel nostro settore ci confrontiamo ogni giorno con questi problemi. Non c’è mancanza di lavoro, ma mancanza di voglia di lavorare. Abbiamo a che fare con gente che ha studiato per fare questo lavoro e chiede se il sabato e la domenica può stare a casa. Fa veramente male, dopo una vita di sacrificio». Il presidente di Federalberghi Brescia Alessandro Fantini, invece, tiene qualche riserva: «Tutto quello che può aiutare a trovare collaboratori può essere utile. Certo, nel nostro settore si fa fatica a trovare persone con esperienza, forse la ricerca è più utile per l’agricoltura dove c’è una minore specializzazione. Di certo non è un provvedimento risolutivo. Dobbiamo invece investire sui nostri giovani, sulla formazione e sulla qualità delle scuole. D’altronde anche il calo della natalità ha contribuito a questa carenza di personale non ci permette di pescare da un bacino di ragazzi e di studenti».

Fantini, proprietario dell’hotel Ambasciatori a Brescia, non ha mai usufruito della possibilità di attingere all’estero, «perché offro posti di lavoro a tempo indeterminato e non ho un grande turnover. Ma posso capire quanto possa essere difficile ricostruire uno staff ad ogni stagione. In montagna ancora di più. È importante allora che non ci sia un eccesso di burocrazia che fa desistere i nostri associati». Non a caso Graziano Pennacchio, ad di Visit Brescia e titolare dell’hotel Sciatori di Temù, definisce il Decreto flussi «la più grossa baggianata di questo mondo». E poi spiega: «Avrebbe potuto essere una buona idea, ma i tempi burocratici sono lunghissimi». Negli ultimi quattro anni Pennacchio ha inoltrato due domande di ingresso per lavoro nel suo albergo, dopo specifiche richieste delle famiglie extracomunitarie residenti in Italia. Ma ha ricevuto risposta solo lo scorso dicembre per il caso di una ragazza kosovara: «A distanza di due anni dalla domanda. Ho rifiutato, ormai non mi serviva più».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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