Daspo urbano a Brescia, il caso politico ora entra in Parlamento
Lo avevano detto e lo hanno fatto: Alleanza Verdi-Sinistra ha portato la vicenda daspo in Parlamento. A metterci la firma è il senatore Tino Magni, che con un’interrogazione sollecita il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ad approfondire il caso Brescia, dove il «sì» al provvedimento è stato tribolato, litigioso e ha lasciato in eredità una maggioranza lacerata.
L’oggetto del contendere è esplicito e sta nelle ultime righe del documento: «Si chiede se il ministro sia a conoscenza della vicenda e se risulti vero che l’introduzione del daspo urbano sia stata caldeggiata da parte della Prefettura. In caso affermativo, quali siano le motivazioni e, in caso positivo, se il ministro non ritenga le sollecitazioni una inopportuna ingerenza nella vita politica e amministrativa di Brescia».
Richieste, queste, che arrivano sulla scia di una serie di dichiarazioni rilasciate dalla Loggia stessa nei mesi scorsi, quando - in Aula come in diverse riunioni - l’Amministrazione ha parlato di «scelte condivise con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il Cosp» (come peraltro riportato nella delibera di approvazione del nuovo Regolamento di polizia urbana) e - in più riunioni politiche - di «richiesta della Questura».
A respingere al mittente la presa di posizione di Avs è la stessa Prefettura, che in una nota precisa: la decisione «è stata dell’Amministrazione comunale che ha assunto tale scelta, prettamente di natura politico - amministrativa, per innalzare il livello di sicurezza nei confronti delle comunità locale. Né la Prefettura né il Cosp hanno poteri, competenze e, in particolar modo, motivi di interesse a che si adottasse il nuovo Regolamento così come strutturato. La decisione assunta dall’Amministrazione è stata presentata, sul piano tecnico, dal sindaco e dagli assessori al Comitato del 25 luglio, i cui componenti ne hanno preso atto».
Quel che è certo, però, è che all’interno del Comitato del daspo si è parlato ben prima della settimana scorsa. Non a caso del tema c’è traccia già nel verbale di novembre, dove si legge che «il questore sollecita il Comune a voler modificare il Regolamento di polizia locale individuando i luoghi nei quali sarà possibile dare corso al daspo urbano. Un tema politico che, evidentemente, il tormentato voto in Consiglio comunale di venerdì scorso non ha ancora archiviato.
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