Dall’inquinamento allo snodo Brennero: gli autotrasportatori suonano all’Europa
Gli autotrasportatori vogliono far sentire la propria voce a Bruxelles. Le elezioni europee sono «importantissime», perché dalla nuova governance potranno venire le decisioni che impattano sulla categoria. A tale scopo, la Fai nazionale ha redatto un «manifesto» da sottoporre a tutti i candidati e partiti che vorranno approfondire in maniera propositiva il ruolo della logistica.
Il Direttivo
Il tema è stato al centro dell’assemblea generale della Federazione autotrasportatori italiana di Brescia, presieduta dal presidente Sergio Piardi, col past president e presidente regionale Antonio Petrogalli, la segretaria Giuseppina Mussetola e la presenza di numerose autorità, tra cui gli assessori regionali Claudia Terzi, Giorgio Maione e il consigliere delegato della Provincia, Paolo Fontana.
Assise che, nella parte privata, ha proceduto al rinnovo del Consiglio direttivo, che per la prima volta vede l’ingresso di consiglieri mantovani e cremonesi, nella prospettiva di ampliamento della Fai a ente della Lombardia Orientale e che risulta quindi così composto per il prossimo quinquennio: Sergio Piardi, Antonio Petrogalli, Stefano Peli, Giuseppina Mussetola, Alessia Mandelli, Giuliano Boventi, Ivan Pe, Loredana Ghidini, Giuseppe Gilberti, Marco Zanotti, Lorenzo Boldini, Emanuele Carpella, Paolo Metelli, Stefano Zizioli, Patrizia Cigala. Spetterà al neo consiglio indicare la figura del presidente (si va verso la riconferma dello stesso Piardi). «Non è stato facile rappresentare il trasporto negli ultimi anni - ha esordito Piardi - e ci aspettano altri cinque anni molto complessi, con i cambiamenti in atto e le transizioni che ci vengono imposte dall’Europa, secondo modalità e tempi non sostenibili. Siamo additati tra i principali responsabili dell’inquinamento: non è così; inoltre sarebbe sufficiente passare all’Euro 6 e l’obiettivo di riduzione del 45% di emissioni sarebbe raggiunto».
Il confronto
Il «tavolo delle regole» con le istituzioni sta andando avanti e l’altro ieri, in occasione del 50° della Fai Como Lecco, dall’incontro con il ministro Matteo Salvini è emersa la volontà di affrontare l’annoso nodo del Brennero, a partire dal primo spiraglio aperto dalla Commissione europea, che «ha accolto le nostre istanze, riconoscendo un comportamento da parte dell’Austria che contravviene al principio fondante della libera circolazione delle merci e delle persone». Si tratterà, ora, di portare la questione davanti alla Corte di giustizia europea.
Via, dunque, alla tavola rotonda, con il presidente Fai nazionale Paolo Uggè, il presidente Fai Service, Fabrizio Palenzoni, la segretaria nazionale Carlotta Caponi e gli europarlamentari Massimiliano Salini, Danilo Oscar Lancini e Silvia Sardone. Nel documento trovano posto il tema delle infrastrutture, fondamentale per chi «nella strada ha il proprio posto di lavoro» e dell’accesso alla professione, che tocca l’ormai cronico problema di carenza degli autisti. «Dobbiamo rinnovare il contratto, ma anche cambiare approccio - conclude Piardi -. Il nostro mestiere è bello, lo facciamo con passione: occorrono le condizioni per trasmetterla alle giovani generazioni».
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