Dalla Valcamonica: «Per l’università potevo spendere 200 euro al mese»

Un solo stipendio in famiglia, un budget massimo al di sotto della soglia di mercato e un avvio di anno accademico inaspettato. È il complicato inizio di carriera universitaria di Alessandro, 20enne dell’alta Valcamonica che tra agosto e ottobre ha sudato le sette proverbiali camicie per potersi garantire di frequentare quotidianamente e senza patemi i corsi di Ingegneria all’Università degli Studi di Brescia.

Un’odissea

«Potevo permettermi di spendere meno di 200 euro per l’affitto, ma era fondamentale per me trasferirmi a Brescia e iscrivermi da frequentante. È stata una piccola Odissea: tra le poche stanze libere ho trovato prezzi molto più alti delle mie possibilità. E quello che rimaneva erano situazioni oltre il limite del tollerabile per spese accessorie o condizioni di abitabilità».

Come fare allora, quando ci si trova esclusi dal mercato e dai progetti di housing? «Per oltre un mese ho fatto il pendolare, ma era sfiancante. Allora mi sono appoggiato da un amico in città per qualche settimana, trovando un lavoretto serale in Carmine per mettere qualcosa da parte. Così, prima di Natale, sono riuscito ad aumentare il mio budget e a cercare qualcosa di diverso online e col passaparola. Il problema è che ormai le opzioni erano ancora meno».

Lieto fine

È una storia come tante, tantissime in Italia, quella di Alessandro. Che solo per la sua pazienza e la sua costanza ha un lieto fine. «Grazie a una serie incredibile di coincidenze e di conoscenze si libera un posto proprio in una delle zone della città che avevo tenuto sott’occhio.

Con l’aiuto dei miei e quello che sono riuscito a raggranellare nei mesi scorsi, dall’inizio dell’anno ho finalmente trovato una sistemazione». Inutile dire che a risentire positivamente è stato anche il rendimento universitario di Alessandro. Perché l’eccellenza – in università o al lavoro – è anche una questione di condizioni di vivibilità.