Dalla constatazione della morte al Conclave: tutto quello che succede dopo la morte del Papa

Le esequie del Pontefice sono regolate da un documento specifico, aggiornato lo scorso anno proprio da papa Bergoglio. Stasera il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà «il rito della deposizione della salma nella bara». Mercoledì la traslazione in San Pietro
Morte del Papa, la Sede Vacante e i prossimi passi della Chiesa
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Con la morte di Papa Francesco, avvenuta nel giorno del Lunedì dell'Angelo, si apre il periodo di Sede Vacante, dando corso ad uno dei riti più solenni della Chiesa Cattolica: le esequie del Pontefice, regolate da un documento liturgico molto specifico, l'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Si tratta del rito funebre ufficiale del Papa, aggiornato solo lo scorso anno su volere dello stesso Francesco, con la finalità di rendere la celebrazione più sobria. 

La traslazione della salma del Santo Padre nella Basilica Vaticana per l’omaggio di tutti i fedeli potrebbe avvenire mercoledì mattina, secondo le modalità che verranno stabilite e comunicate domani, a seguito della prima Congregazione dei Cardinali. Intanto stasera alle 20, il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà «il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara». Il rito non sarà rilanciato in diretta. A quanto si apprende la sala stampa vaticana potrebbe fornire delle foto a rito avvenuto.

Il rito della distruzione dell’anello

La distruzione dell'anello del Pescatore segna l'inizio della sede vacante. Il cardinale Camerlengo alla morte del papa lo sfila dal dito del Pontefice defunto e lo spezza alla presenza dei rappresentanti del Collegio dei cardinali. Questo gesto indica proprio il termine del pontificato. Nei secoli scorsi con l'Anello del Pescatore venivano anche siglati i documenti pontifici e il suo essere spezzato era per evitare che venisse utilizzato per usi impropri. L'anello del Pescatore viene realizzato appositamente per ogni nuovo pontefice. Usualmente è d'oro, c'è il nome del Papa e l'immagine di San Pietro Apostolo che getta le reti per la pesca.

Viene detto «del Pescatore» perché Pietro è l'Apostolo pescatore che, confidando nella parola di Gesù dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa. Papa Francesco ha modificato la tradizione: lo ha voluto d'argento dorato ed al posto delle reti ha scelto che fossero raffigurate le chiavi.

Dal decesso alla sepoltura

Il testo liturgico – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis – definisce nel dettaglio cosa avviene dopo la morte di un Papa dalla constatazione del decesso fino alla sua sepoltura. Il nuovo rito, approvato da Papa Francesco il 29 aprile 2024, introduce semplificazioni, pur mantenendo le tre «stazioni» liturgiche tradizionali che coincidono con i tre seguenti momenti: il corpo del Papa viene composto e deposto in una bara semplice, alla presenza del Cardinale Camerlengo e di alcuni prelati; il feretro viene poi traslato a San Pietro, dove viene esposto per la venerazione dei fedeli. Infine, si procede con la celebrazione esequiale, presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio (il bresciano cardinal Re): si svolgerà con una liturgia solenne, ma più essenziale. Il corpo viene poi tumulato senza le tre bare tradizionali (cipresso, piombo e rovere), lasciando la possibilità di scegliere luoghi diversi dalla cripta vaticana.

Papa Francesco aveva chiesto esplicitamente la semplificazione dei titoli pontifici, preferendo espressioni come Vescovo di Roma o Servo dei Servi di Dio; l’eliminazione di alcuni elementi simbolici ritenuti superflui, come il pastorale o il triregno sulla bara; la maggiore centralità della Parola di Dio e della speranza nella Resurrezione, piuttosto che di riti sontuosi o protocolli di Stato.

In piazza San Pietro - © www.giornaledibrescia.it
In piazza San Pietro - © www.giornaledibrescia.it

Il camerlengo

Con la morte del Papa la figura più importante nella Chiesa diventa il camerlengo, il cardinale che presiede la Camera Apostolica. Tra i suoi compiti principali c'è quello di accertare ufficialmente la morte del Pontefice, di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede durante la Sede Vacante e, successivamente, assicurare durante il Conclave la massima riservatezza delle operazioni di voto.

Il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo della Chiesa Cattolica - Vatican Media © www.giornaledibrescia.it
Il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo della Chiesa Cattolica - Vatican Media © www.giornaledibrescia.it

Le funzioni

Dal 14 febbraio 2019, il camerlengo è il cardinale statunitense, di origine irlandese, Kevin Joseph Farrell. Il camerlengo è la figura che appena ricevuta la notizia della morte, deve accertare ufficialmente – chiamandolo tre volte – la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica, il quale compilerà il documento o atto autentico di morte. Cerimonia che per Francesco avviene per la prima volta nella cappellina di Santa Marta.

Il camerlengo deve, inoltre, apporre i sigilli allo studio e alla camera del Pontefice, disponendo che il personale che abitualmente dimora nell'appartamento privato vi possa restare fino a dopo la sepoltura del Papa, quando l'intero appartamento pontificio sarà sigillato. Il suo compito è stato anche quello di comunicare la morte del Pontefice al Cardinale Vicario per Roma, il quale ne ha dato notizia al popolo romano con speciale notificazione, e anche al Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana.

La sepoltura

Il camerlengo deve anche prendere possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo, ed esercitarne la custodia e il governo. Deve inoltre stabilire, ascoltati i Cardinali Capi dei tre Ordini, tutto ciò che concerne la sepoltura del Pontefice, a meno che questi da vivo non abbia manifestato le sua volontà.

Il conclave

Dal momento in cui è stato disposto l'inizio delle operazioni dell'elezione, fino al pubblico annuncio dell'avvenuta elezione del Sommo Pontefice, i locali della Casa di Santa Marta e in particolare della Cappella Sistina e gli ambienti destinati alle celebrazioni liturgiche, devono essere chiusi, sotto l'autorità del camerlengo alle persone non autorizzate.

Il camerlengo, assistito da tre cardinali, vigila perché non sia violata la riservatezza di quanto avviene nella Cappella Sistina, dove si svolgono le operazioni di votazione, e dei locali contigui, tanto prima quanto durante e dopo tali operazioni. In modo particolare, ricorrendo anche a due tecnici di fiducia, tutela la segretezza, accertando che nessun mezzo di ripresa o di trasmissione audiovisiva sia immesso da chiunque nei locali dove si svolge l'elezione.

Tutti i cardinali elettori devono consegnare al camerlengo o ad uno dei tre cardinali assistenti gli scritti di qualunque genere, che abbiano presso di sé, relativi all'esito di ciascuno scrutinio, affinché siano bruciati con le schede. Alla fine dell'elezione il camerlengo deve stendere una relazione, che i tre cardinali assistenti devono approvare, per dichiarare l'esito delle votazioni di ciascuna sessione. Questa relazione sarà consegnata al Papa e poi sarà conservata nell'apposito archivio, chiusa in una busta sigillata, che non potrà essere aperta da nessuno, se il Pontefice non l'avrà permesso esplicitamente. Se le votazioni non avranno esito, i cardinali elettori saranno invitati dal camerlengo ad esprimere parere sul modo di procedere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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