Così Brescia ricorda le vittime della strada

Francesca Marmaglio
Nella giornata mondiale del ricordo dei morti in incidenti stradali una messa e una visita al parco Ducos. La testimonianza di Malika: «Mi laureo per mio fratello, investito a Sulzano»
Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada
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Da una parte ci sono i dati che registrano per Brescia e provincia, rispetto al 2019, un calo del 25,6% delle morti per incidenti stradali. Dall’altra c’è l’obiettivo inserito nell’agenda dell’Onu di dimezzare le vittime entro il 2030.

Un orizzonte lontano, un’emergenza denunciata ancora una volta dall’associazione bresciana «Condividere la strada della vita» nella giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada: «Le morti sulla strada hanno un costo sociale elevatissimo – dice il presidente Roberto Merli – chiediamo allo stato di investire di più sulla sicurezza: manutenzione delle strade, formazione nelle scuole e più controlli. Noi entriamo nelle scuole e facciamo prevenzione e notiamo i frutti del nostro lavoro».

La messa in ricordo delle vittime della strada - © www.giornaledibrescia.it
La messa in ricordo delle vittime della strada - © www.giornaledibrescia.it

Alle celebrazioni, che si sono svolte in mattinata con la messa nella chiesa delle Sante Capitanio e Gerosa di San Polo e con la visita al monumento del ricordo a parco Ducos, hanno partecipato le istituzioni fra cui il prefetto Andrea Polichetti e l’assessore Valter Muchetti: «Stiamo investendo da anni sull’educazione alla legalità, al civismo e alla sicurezza stradale – commenta Muchetti - . I dati ci dicono che le morti sono in diminuzione, dobbiamo ripartire da qui: non basta ancora, è vero, ma stiamo facendo il possibile per migliorare la situazione».

Il ricordo

Fra i partecipanti anche Malika Lafetah sorella di Emilio investito a 25 anni su una strada a Sulzano: «Dopo la scuola dell’obbligo non volevo più studiare, lui insisteva perché invece andassi avanti.

Dopo la sua morte mi sono iscritta all’università qui a Brescia e a breve mi laureerò in Infermieristica – racconta la giovane - . È un regalo a lui che voleva continuassi il mio percorso e anche a me stessa: è un lavoro che ho scoperto nei due mesi nei quali ho assistito mio fratello in ospedale. Credo ci sia bisogno di sensibilizzare ancora su tema e di fare sempre più prevenzione a partire dai bambini. Per quanto riguarda la legge credo si possa fare di più per tutelare le vittime».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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