Corruzione per appalti pubblici: imprenditore verso il processo
Corruzione aggravata, turbativa d’asta, truffa aggravata ai danni dello Stato. Sono questi i reati contestati dalla Procura di Novara, che per competenza territoriale aveva ricevuto gli atti dai colleghi di Brescia, e che ha chiuso le indagini sul giro di tangenti che secondo gli inquirenti la Valcart, azienda di Rogno sul confine Bergamo-Brescia che si occupa di rifiuti, versava – con uno «stipendio» mensile di 5mila euro – ad un dipendente di Enel distribuzione (società estranea ai fatti) per ottenere in anticipo informazioni sugli appalti pubblici vincendo così sistematicamente la concorrenza sui concorrenti. Ed è stato proprio un imprenditore bresciano nel 2021, denunciando «il sistema Valcart», a far scattare l’inchiesta che a inizio anno aveva portato all’arresto di quattro persone e al sequestro di 450mila euro.
Schema collaudato
I pm di Novara, che hanno ereditato le indagini coordinate dal magistrato della Procura di Brescia Marzia Aliatis, hanno firmato la chiusura indagine che riguarda il patron di Valcart, il bresciano 54enne Sergio Bava, attualmente sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e all’obbligo di dimora, Antonio Marcone, funzionario Enel, responsabile dell'Unità Centrale Gestione Materiale di E-distribuzione, l’altro bresciano Roberto Albertinelli, 53 anni, «amministratore di fatto di Valcart», e Sabrina Facchinetti, bergamasca di Lovere e responsabile dell’ufficio amministrativo di Valcart. Per gli inquirenti lo schema era ormai collaudato e andava avanti da anni.
«Valcart versava a Marcone – funzionario Enel, responsabile dell'Unità Centrale Gestione Materiale di E-distribuzione, e dunque persona incarica di un pubblico servizio – denaro contante,
nella misura di almeno 5mila euro al mese, quale corrispettivo di atti contrari ai doveri
d'ufficio di quest'ultimo, consistiti nel fornire sistematicamente informazioni riservate sui bandi di gara emessi da E-distribuzione s.p.a. nel predisporre bandi di gara "su misura", così da
consentire a Valcart di aggiudicarsi le gare d'appalto bandite da E-distribuzione su tutto il territorio nazionale» è la ricostruzione degli inquirenti.
Il dipendente infedele di Enel si sarebbe anche introdotto nel sistema informatico di E-distribuzione per modificare i coefficienti volti al calcolo del corrispettivo della merce recuperata, «induceva in errore E-distribuzione che richiedeva a Valcart corrispettivi inferiori al dovuto per il materiale ritirato, con danno pari ad almeno 698.873 dollari».
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