Coppie omogenitoriali, i giudici di Brescia: legittimi gli atti di nascita di bimbi con due mamme
La Corte d'Appello civile di Brescia ha preso una decisione diversa rispetto a Milano sull'iscrizione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali femminili che abbiano fatto ricorso a procreazione medicalmente assistita all'estero.
I giudici bresciani hanno infatti respinto il reclamo con cui il ministero dell'Interno voleva cancellare in un caso la madre intenzionale dall'atto di nascita sul quale nel 2023 l'aveva ammessa il Tribunale. I magistrati milanesi hanno invece accolto il ricorso della Procura e hanno escluso la madre intenzionale dall'atto di nascita di due figli accanto alla madre gestante.
Mentre Milano, però, si è arrestata di fronte all'assenza di una norma esplicita, Brescia ritiene che «la protratta inerzia del legislatore, pur dopo il severo monito nell'ormai lontano 2021 della Corte Costituzionale», legittimi «una interpretazione evolutiva guidata dalla applicazione di principi costituzionali e sovranazionali» per «superare la mancata tutela dei figli». Si tratta per la Corte d’Appello bresciana di un’interpretazione «che non può bollarsi come sostitutiva del compito del legislatore, giacché il diritto vivente è appunto anche intervenire colmando lacune a fronte della inerzia protratta del legislatore».
Per il collegio bresciano, se è ormai assodato che «la posizione di attesa di un intervento legislativo non regge a fronte di situazioni di urgenza (morte del genitore biologico) nei quali l'adozione appare rimedio non praticabile, allora non si vede perché una interpretazione evolutiva della legge 40/2004, con riferimento alla parte dedicata alla tutela dei nascituri, non possa già oggi trovare ingresso, in attesa e anzi auspicando che il legislatore disciplini in modo organico la materia» per «meglio tutelare i diritti dei bambini».
La notizia è stata accolta «con soddisfazione» da una coppia di donne bresciane che hanno due figli e che da anni combattono per veder riconosciuto il diritto del riconoscimento della doppia mamma. «Resta un po' di amarezza – dicono le due bresciane – per il fatto che la stessa Corte d'Appello di Brescia, nel 2021, si era pronunciata in favore dell'Avvocatura di Stato, ribaltando la sentenza del Tribunale di Brescia che obbligava il Comune a trascrivere l'atto di nascita di nostra figlia. Proprio ciò che oggi accade a Milano accadeva tre anni fa anche a Brescia, a conferma della necessità di un intervento del legislatore sul tema delle famiglie omogenitoriali per evitare il protrarsi di discriminazioni di città in città e di giudice in giudice».
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