Contrasto alla povertà educativa, il Pd chiede di ripristinare il Fondo

Paola Gregorio
Con la legge di bilancio non è stato rinnovato: ««La scelta di tagliare risorse a questo strumento è incomprensibile»
Banchi vuoti in un'aula scolastica - © www.giornaledibrescia.it
Banchi vuoti in un'aula scolastica - © www.giornaledibrescia.it
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Solo a Brescia e provincia il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile ha erogato 2 milioni di euro per progetti per i minori. Ora il governo, con la legge di Bilancio 2025, ha deciso di non rinnovarlo e il Pd bresciano fa fronte comune, dalla Loggia al Parlamento, per chiedere all’esecutivo Meloni di tornare sui suoi passi.

Cos’è

Il Fondo è gestito dal grande cantiere educativo di «Con i Bambini» e ad oggi ha coinvolto mezzo milione di minori, finanziando 800 progetti e oltre 20 mila organizzazioni ed erogando circa 470 milioni di euro.  Le risorse attuali termineranno in un quinquinquennio: il fondo infatti si alimenta attraverso un meccanismo sperimentale, inedito e innovativo, per cui il governo ha riconosciuto alle fondazioni di origine un credito di imposta: Da quest’anno non potranno più alimentarlo.

Ordine del giorno

Il gruppo consiliare del Pd in Loggia ha presentato un ordine del giorno in cui chiede alla sindaca e all’Amministrazione comunale di avviare un’intelocuzione con il Governo affinché ripristini il fondo. «Con i bambini emana bandi che finanziano progetti per il territorio - ricorda il consigliere Pietro Ghetti - . Risorse sono state erogate ad  esempio in favore dei bambini le cui madri sono state vittime di femminicidio e dei minori delle periferie e dei territori montani e rurali. Gli assessori delle principali città hanno chiesto il rinnovo».

La collega Beatrice Nardo aggiunge: «Il contrasto alla povertà educativa è fondamentale per garantire l’inclusione sociale. Su questo e su altri temi il Governo non c’è stato. Bisogna porre un freno al fenomeno che toglie risorse al settore pubblico. Non vorremmo che il modello sanitario lombardo venga applicato anche per altri temi».

L’assessore Anna Frattini ha la delega alle Politiche educative: «Il termine corresponsabilità è al centro delle politiche educative del Comune - sottolinea - . Un esempio è il  Patto educativo per  Chiesanuova. Che lo Stato si tiri fuori dal ruolo del favorire la coesione sociale è gravissimo. A maggior ragione oggi che abbiamo un livello crescente di povertà, anche educativa. Il che significa maggiore marginalità e maggiore conflitto sociale».

Emendamento

Il deputato Gianantonio Girelli ha presentato un emendamento  alla Finanziaria. «La scelta del Governo di tagliare risorse a questo fondo è incomprensibile - dice -.  Deve esserci un cambio di passo nel rapporto tra pubblico e privato. . Compito delle istituzioni è garantire i diritti costituzionali e combattere le diseguaglianze. Voglio pensare che il Governo creda  di tagliare spese poco comunicabili ai cittadini. Ma un retropensiero sorge. Ovvero combattere le diseguaglianze non è tra le priorità dell’esecutivo, che pare voglia tenersi strette le fasce di elettori che guardano molto alla sicurezza».

Gli fa eco il capogruppo in Loggia Roberto Omodei: «Il mancato rinnova sta in un disegno che mette gli ultimi contro i penultimi. L’aspetto repressivo arriva quando tutto il resto ha fallito. Andiamo a tagliare i servizi che garantiscono maggiore sicurezza sociale. Alla logica dei bonus preferiamo quella della continuità dei servizi».  

La consigliere Daniela Del Ciello rimarca che  «nel governo manca la visione a lungo termine. La povertà educativa è un problema strutturale e Laura Giuffredi rammenta che «la povertà, dicono i dati, si si sta spostando verso le fasce minorili».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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