CronacaGarda

Com’è messo il lago di Garda dopo le piogge delle ultime ore

Fabio Gafforini
Il livello si è alzato di quindici centimetri in meno di 36 ore. Battuto il record dell’estate 1977, ma «la situazione è sotto controllo»
Una veduta del lago dalla webcam del Camping San Biagio a Manerba
Una veduta del lago dalla webcam del Camping San Biagio a Manerba
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Con le piogge delle ultime ore, il livello del lago di Garda si è alzato di quindici centimetri in meno di 36 ore: una massa di 50 milioni metri cubi di acqua. E nella giornata di lunedì 24 giugno, con un livello di 145,9 centimetri sopra lo zero idrometrico, è stato superato un record stagionale che non si verificava dal 1977 (anche se, è bene specificarlo, i livelli più alti vengono sforati in autunno).

Situazione sotto controllo

«La situazione è comunque sotto controllo perché non c’è stato vento e quindi nessun moto ondoso rilevante. Il livello si è poi stabilizzato attorno ai 145 centimetri sopra allo zero idrometrico. Questo si è verificato perché stanno uscendo ora 170 metri cubi di acqua al secondo. E nelle scorse settimane il deflusso è stato costante a 160 metri cubi al secondo: una decisione lungimirante da parte della Comunità del Garda e dell’ente regolatore Aipo - l’agenzia interregionale per la regolazione del fiume Po - che ha evitato l’esondazione del Benaco»: così Pierlucio Ceresa, segretario della Comunità del Garda, spiega la situazione attuale del più grande bacino di acqua dolce d’Italia.

Cambiamento climatico

Le azioni preventive di controllo del deflusso continueranno anche nei prossimi giorni e potranno contrastare eventuali nuovi eventi meteorologici particolarmente importanti. Un anno fa, ricorda Ceresa, raccontavamo di come il livello del Garda fosse di un metro inferiore, in piena siccità, con l’Isola dei conigli raggiungibile a piedi e la spiaggia Giamaica di Sirmione diventata luogo esotico.

Nella stagione turistica che si è già aperta, il lago così pieno è però una positività: «È un bene per il turismo, per l’industria e per l’agricoltura – conclude Ceresa -. In prospettiva però, la governance della regolamentazione del Garda deve essere fatta con altre norme e altri criteri, non quelli applicati fino ad ora. Il cambiamento climatico è in atto e lo stiamo vedendo anche sul Benaco, e quindi dobbiamo farci trovare pronti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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