Come funziona il braccialetto elettronico

Ci sono dispositivi in rete, allarmi automatici e controllo rapido. Cambiano alcune cose a seconda che si tratti di evasione dagli arresti domiciliari o violazione del divieto di avvicinamento
Il nuovo braccialetto elettronico - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo braccialetto elettronico - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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I dispositivi sono di due differenti tipologie e vengono usati a seconda del comportamento che devono prevenire e segnalare tempestivamente l’evasione dagli arresti domiciliari oppure la violazione del divieto di avvicinamento.

Quando un giudice stabilisce che a una persona debba essere applicato il braccialetto elettronico, incarica la forza di polizia che ha seguito l’indagine di applicarlo. A quel punto polizia o carabinieri prendono contatto per fissare un sopralluogo con l’azienda che ha l’appalto per la fornitura degli apparati da parte del Ministero dell’Interno: in questo momento è Fastweb.

Nel giro di qualche giorno viene controllata l’abitazione in cui l’indagato dovrebbe stare agli arresti domiciliari oppure contattano la vittima verso la quale vige il divieto di avvicinamento.

Per gli arresti domiciliari

Nel primo caso i tecnici valutano la possibilità di installare una specifica rete domestica nell’abitazione, un router che rimane sempre collegato al braccialetto della persona che deve vivere in quell’abitazione e segnala tempestivamente mancanza di connessione, tentativi di manomissione di uno degli apparati oppure l’allontanamento del bracciale dalla sua base. Quando si verifica una violazione, esattamente come avviene per gli allarmi antifurto, con un commutatore telefonico parte una chiamata alla centrale operativa di riferimento (comando provinciale dei carabinieri o questura) e su un apposita mappa appare la posizione del dispositivo. Nessun segnale invece avvisa il soggetto che lo indossa.

A quel punto la centrale invia una pattuglia per l’immediata verifica della situazione.

Il divieto di avvicinamento

Differente il caso del divieto di avvicinamento. I dispositivi infatti sono due e uno, che assomiglia ad un orologio, viene dato alla vittima. In questo caso quando i due bracciali, che sono collegati alla rete di telefonia mobile, si avvicinano a meno della distanza fissata nell’ordinanza quello della vittima vibra e una chiamata automatica arriva alla centrale. Anche in questo caso nessun avviso per il bracciale.

Questo strumento però segnala anche quando i dispositivi si allontanano per evitare falsi allarmi nel caso in cui le due persone, ad esempio, siano casualmente nello stesso centro commerciale. La centrale contatta la vittima, chiedendole se ha visto la persona o se è stata contattata. Nel frattempo una pattuglia arriva velocemente sul posto per individuare il potenziale aggressore, verificarne le intenzioni ed eventualmente procedere nei suoi confronti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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