Com’è andata la marcia per l’accoglienza a Brescia

Marco Papetti
Riforma del sistema di accoglienza, smantellamento della Bossi-Fini e un «cessate il fuoco» globale tra le richieste sentite sul palco: in corteo c’erano circa 800 manifestanti
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
  • La marcia per l'accoglienza a Brescia
    La marcia per l'accoglienza a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
AA

Circa 800 persone hanno preso parte questo pomeriggio alla Marcia per l’accoglienza e la cittadinanza, un numero un po’ più basso rispetto ai mille partecipanti dello scorso anno,  ma comunque consistente vista l’abbondante pioggia che ha imposto anche un ridimensionamento del percorso inizialmente previsto.

Da largo Formentone un fiume di ombrelli, striscioni e bandiere si è mosso per le vie del centro per chiedere nuove politiche migratorie nel nome dell’accoglienza e del rispetto della dignità delle persone migranti.

Le richieste della marcia

«È la decima manifestazione per l’accoglienza che facciamo, è un problema aperto da trent’anni sul quale come Comune di Brescia e associazioni chiediamo politiche diverse da quelle che ci sono – ha detto l’assessore alle Politiche per la persone Marco Fenaroli –. La prima cosa da smantellare è la legge Bossi-Fini, che impedisce l’ingresso per lavoro in Italia».

Tra le richieste della marcia anche la riforma del sistema di accoglienza italiano: «È un sistema nato male, su base volontaria e per poche centinaia di persone, che non si è espanso quando il numero dei flussi è cambiato – ha detto il coordinatore dei progetti del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) Alessandro Sipolo –. Rivendichiamo la nascita di un sistema unico, pubblico e obbligatorio per tutti gli enti locali, che non scarichi la responsabilità collettiva dell’accoglienza solo sugli enti locali che vogliono aderire».

La polemica sui Centri in Albania

All’ordine del giorno anche la polemica sui Centri di permanenza e rimpatrio in Albania di recente inaugurati dal governo italiano: «Trasformare un Paese terzo in una prigione per chi cerca riparo e speranza è un tradimento dell’accoglienza: accogliere significa prendersi la responsabilità di garantire diritti a tutti qui nel nostro Paese», ha detto la consigliera comunale del Comune di Brescia Raisa Labaran.

Infine, si è chiesto «un cessate il fuoco globale» e il superamento della legge per l’ottenimento della cittadinanza basata sullo «ius sanguinis»: «Marciamo anche per noi persone di seconda generazione che non abbiamo ancora la cittadinanza italiana, perché è un nostro diritto e non una concessione», ha aggiunto Labaran.

I pro-Pal

In fondo al corteo anche uno spezzone pro-Palestina, organizzato dal Coordinamento Palestina di Brescia.

Sul palco in largo Formentone è intervenuto anche il medico palestinese  Mohammed El Khatteb: «L’occupazione israeliana è l’unica causa di tutto quello che sta accadendo in Palestina», ha detto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.