«Coltivare la memoria», il sindacato incontra gli studenti nel 50esimo della Strage di piazza Loggia
Il sindacato incontra gli studenti, per coltivare la memoria. Stamattina, nell’auditorium del liceo Leonardo in via Balestrieri si è tenuto «L’obbedienza non è più una virtù», incontro su piazza Loggia in occasione del cinquantesimo anniversario della Strage rivolto agli studenti delle superiori, organizzato da sindacato metalmeccanici Fim Cisl, il Coordinamento giovani Fim-Cisl Lombardia e Cisl scuola.
Circa 150 gli studenti presenti, di quarta e quinta, dagli istituti Golgi di Brescia e Bazoli-Polo di Desenzano e dai licei Leonardo e Arnaldo. Nella prima parte della mattinata i ragazzi hanno ascoltato una ricostruzione storica del contesto in cui avvenne la Strage, preparata dal Coordinamento giovani Fim, dal titolo «La strategia della tensione e i giorni bui delle stragi». Poi alcuni rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti hanno approfondito il tema delle 150 ore per il diritto allo studio, nate nel 1973, attraverso interviste a chi allora era studente.
Il sindacato fa cultura
Un modo per riannodare il filo con quegli anni lontani e far immergere gli studenti nel contesto storico della Strage, cinquant’anni dopo. Obbiettivo, «non dimenticare e trasferire la memoria e il vissuto alle nuove generazioni – spiega il segretario generale Fim Cisl Lombardia Mirko Dolzadelli –. È fondamentale che il sindacato, protagonista allora e oggi, sia in grado di fare cultura, trasferendo sapienza attraverso quel vissuto, mettendo in relazione mondo della scuola e del lavoro. Abbiamo trovato i ragazzi attenti e capaci di riflettere sul contesto di oggi rispetto al vissuto di ieri».
Memoria e capacità critica, come nelle parole di Alessandro Mattei, studente di 16 anni dell’Arici rappresentante della Consulta: «La Strage ci deve ricordare che la democrazia non è qualcosa che si acquisisce una volta per tutte, perché può esserci tolta con grande facilità. I suoi valori vanno preservati ogni giorno e bisogna ricordare chi è morto per questi valori».
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