Cocaina dal Sud America: 12 arresti, Brescia snodo del narcotraffico
Dalle prime ore di questa mattina gli investigatori della Polizia di Stato e della polizia albanese, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, stanno eseguendo 12 misure cautelari di custodia in carcere e 8 misure in attesa di preventivo interrogatorio degli indagati, oltre a numerose perquisizioni, tra l’Albania e le province di Brescia, Milano, Torino, Verona, Bolzano, Cremona, Novara, Pavia, Trento e Treviso nell’ambito di un’indagine relativa ad un’associazione transnazionale finalizzata al traffico illecito di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sud America.
La droga sarebbe arrivata in Italia a bordo di autoarticolati che si rifornivano nei paesi del centro Europa.
Tre gli arrestati bresciani: si tratta di Simone Paolisso di 43 anni, Roberto Gottardi di 51 e Marco Morandi di 64. Sono i referenti sul territorio del clan Cela, «uno dei più potenti e organizzato con capacità operative in tutto il mondo» hanno detto gli inquirenti.
Le indagini
Le indagini, avviate a seguito della individuazione del fornitore di cocaina venduta ai clienti durante le serate, avrebbero ricostruito l'organigramma di un gruppo criminale italo-albanese che sarebbe dedito all'importazione dal Sud America di ingenti quantitativi di cocaina, fatti giungere sul suolo nazionale, a bordo di autoarticolati che si sarebbero riforniti nei paesi del centro Europa.
Al vertice della cellula bresciana vi sarebbero due fratelli albanesi, appartenenti a una delle principali e più pericolose cosche della mafia albanese, il clan dei Cela di Elbasan, che avrebbero impartito le disposizioni a un gruppo di uomini fidati nella provincia di Brescia e altre province del Nord Italia, attuando una vasta attività di importazione e smercio di sostanze stupefacenti, prevalentemente di cocaina. Un'importante attività di riscontro dell'indagine è avvenuta nel novembre del 2021 con l'arresto di uno degli indagati per la detenzione di 350 chili di cocaina, che sarebbero stati destinati direttamente alla cellula bresciana dei trafficanti.
I viaggi
Dalle investigazioni è, inoltre, emerso che gli appartenenti al sodalizio criminale avrebbero utilizzato apparecchi telefonici criptati, dalla cui analisi è stato rilevato il loro presunto inserimento all'interno del gruppo criminale albanese. Le attività investigative avrebbero confermato come i capi dell'organizzazione, per stringere gli accordi coi fornitori, si sarebbero recati sistematicamente in Colombia, Ecuador e negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, dove dimorano alcuni tra i più importanti trafficanti albanesi.
L’asse Italia-Albania
«Alla dimensione globale del narcotraffico segue uno sviluppo internazionale, non solo europeo, delle indagini con una stretta collaborazione tra la Procura di Brescia e le autorità giudiziarie albanesi e la loro polizia» ha detto il Procuratore Capo di Brescia, Francesco Prete, nel corso della conferenza stampa in cui Squadra Mobile e Scico hanno presentato i risultati dell’operazione che ha portato ad eseguire 11 delle dodici misure cautelari emesse dal gip, ma anche tre arresti in flagranza. Brescia si è confermata snodo fondamentale per i traffici di cocaina
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