Chi è Ottavia Piana, speleologa bloccata due volte nel Bueno Fonteno

La Redazione Web
Istruttrice nazionale di speleologia, da alcuni anni sta mappando il sistema carsico sebino: l’anno scorso il distacco di una roccia la intrappolò a 150 metri di profondità
La speleologa Ottavia Piana - Foto Facebook
La speleologa Ottavia Piana - Foto Facebook
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Non è la prima volta che la speleologa Ottavia Piana, 32enne di Adro, resta bloccata in una grotta. E non è la prima volta che resta bloccata in quella stessa grotta in cui si trova almeno da sabato sera.

Chi è Ottavia Piana

Ottavia Piana, residente ad Adro, è speleologa e istruttrice nazionale di speleologia.

Da alcuni anni la professionista è impegnata nella mappatura del sistema carsico compreso tra il lago d’Endine e la sponda bergamasca del Sebino. Il Bueno Fonteno è l’abisso principale di questa zona e anche per questo le spedizioni al suo interno sono frequenti.

Il precedente

Nel luglio del 2023 Piana – che è iscritta al Cai di Lovere – era rimasta per 48 ore a una profondità di 150 metri nella grotta sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo.

Il video del 2023 dentro la grotta

In quel caso la donna era rimasta vittima di un infortunio a causa del distacco di una roccia che le finì sul ginocchio. Quando stava per raggiungere il luogo della spedizione piantò «tre chiodi», come raccontò lei stessa, facendo cadere proprio la roccia su cui stava martellando. «Tanto basta per battere la gamba sinistra contro la roccia e sentire un dolore che non avevo mai provato: credo di aver rotto qualcosa ma se non urlo troppo magari non è vero».

I compagni risalirono dunque in superficie allertando i soccorsi e mettendo così in azione più di 60 professionisti specializzati in questo tipo di salvataggi. «Il Bueno Fonteno è una grotta molto umida, con numerosi meandri, cioè percorsi molto stretti che mettono in difficoltà speleologi per l’estrema ristrettezza degli spazi», aveva spiegato nei giorni successivi Luca Longo, tecnico specializzato del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Piemonte. «Estrarre quindi una persona sulla barella in questi spazi non è facile, servono tecniche specifiche».

Tra le 22 e mezzanotte del giorno dell’incidente, la squadra di primo intervento raggiunse Piana valutando la situazione. Una seconda squadra stese il collegamento telefonico con la barella, degli attrezzisti costruirono un sistema di carrucole e in quasi 48 ore riuscirono a salvare la donna.

La seconda volta

Le operazioni di salvataggio in corso in queste ore – sempre nella grotta Bueno Fonteno – sono simili. Anche in questo caso Piana è stata raggiunta dal personale sanitario e nel pomeriggio di domenica è stato installato il collegamento telefonico di tre chilometri.

Al momento la macchina dei soccorsi è in piena azione e si prevede che le operazioni dureranno qualche giorno, anche perché la donna si trova a circa sei ore di progressione dall’ingresso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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