Charlie Hebdo, a dieci anni dall’attentato di Parigi
«Je suis Charlie». Io sono Charlie. Dieci anni fa questa frase spopolò, riempiendo i cartelli delle piazze stracolme di gente e gli hashtag dei vari social media. Il 7 gennaio del 2015 la sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo subì un violento attaccato terroristico da parte della branca yemenita di Al-Qa'ida. Il periodico da sempre pubblica vignette e articoli spregiudicati, soprattutto nei confronti dell’estrema destra e delle tradizioni religiose: in particolar modo Cristianesimo, Islam ed Ebraismo.
L’attentato
Poco prima di mezzogiorno due individui con il volto coperto entrarono – minacciando la vignettista Corinne Rey – nella sede parigina del giornale: armati di AK-47 e gridando «Allah è grande» aprirono poi il fuoco contro i dipendenti. In totale le vittime dell’attentato furono 12. Oltre a chi si trovava all’interno della redazione, persero la vita anche un addetto alla manutenzione, un agente di polizia e un responsabile della sicurezza del giornale.
France commemorated the victims of the deadly assault on the Charlie Hebdo satirical magazine 10 years ago that began a spate of Islamist militant attacks on the country and caused division over press freedoms https://t.co/xxllgLzSAT pic.twitter.com/BFWPp9qjGW
— Reuters (@Reuters) January 7, 2025
La fuga dei due terroristi terminò pochi giorni dopo. Venerdì 9 gennaio 2015 Said e Chérif Kouachi, due fratelli nati in Francia da una famiglia algerina vennero uccisi a Dammartin-en-Goële, un comune francese di circa 8mila abitanti.
Nella mattina dell’8 gennaio ci fu però anche un altro attentato. A Montrouge Amedy Coulibaly aprì il fuoco contro la polizia francese uccidendo una poliziotta. Il giorno successivo l’attentatore si barricò in un supermercato assassinando tre cittadini di origine ebraica. Anche Coulibaly venne ucciso dalla gendarmeria francese.
Dieci anni dopo
«La voglia di ridere è un aspetto della natura umana. Tutti hanno voglia e bisogno di ridere. Abbandonare la satira, significa abbandonare una parte di umanità», sottolinea il direttore di Charlie Hebdo, Riss, intervistato da France Inter nel decimo anniversario dell'attentato contro la sede del giornale satirico francese. «L'ironia e la satira sono universali. All'estero, ci sono ancora persone che “sono Charlie”».
Anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha voluto esprimersi: «Gli uomini e le donne di Charlie Hebdo sono stati uccisi per ciò che rappresentavano. I valori della Francia e dell'Europa. La libertà di espressione. La democrazia. Il pluralismo. Onoriamo la loro memoria. E lottiamo senza sosta contro il terrorismo e il fondamentalismo religioso».
La commemorazione
Alle 11.30 di stamattina è iniziata la commemorazione in rue Nicolas Appert, di fronte all’ex sede di Charlie Hebdo: il corteo ha poi sfilato sul boulevard Richard Lenoir, dove Coulibaly uccise la poliziotta, prima di terminare al supermercato Hyper Cacher, teatro delle altre tre uccisioni.
Alla cerimonia hanno partecipato diversi leader politici francesi, tra i quali il capo dello Stato Emmanuel Macron, il primo ministro François Bayrou e la sindaca di Parigi Anne Hidalgo.Oggi è uscito anche un numero speciale del periodico satirico. Il ricordo è per i dieci anni e la scritta che campeggia in prima pagina è «Indistruttibile».
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