Certamen Brixiense, il concorso che tiene in vita il latino
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«Carpe Diem» è una famosissima locuzione latina, usata anche da chi il latino non lo conosce per invitare le persone a godere del presente. C’è chi invece la materia la conosce molto bene, ed è sicuramente riuscito a viversi il momento al Certamen Brixiense: un concorso biennale – che prende il nome dall’omonima associazione bresciana – indirizzato ai migliori studenti degli ultimi due anni dei licei classici, scientifici e delle scienze umane di tutta Italia.
La quattordicesima edizione si è svolta oggi al Liceo classico Cesare Arici in città (all’interno del quale opera l’associazione) e hanno partecipato 74 studenti provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
La prova
Alla prova sono stati ammessi massimo quattro studenti per istituto, che sono stati promossi alla classe attualmente frequentata con una votazione di almeno otto su dieci in latino. I ragazzi hanno dovuto tradurre dal latino all’italiano un brano di prosa di un autore della letteratura latina, dall’età repubblicana e imperiale fino all’età degli Antonini. Gli studenti hanno poi dovuto rispondere anche a tre quesiti di carattere letterario, storico e linguistico.
Durante le quattro ore del concorso è stato concesso ai concorrenti l’uso dei dizionari. Il compito anonimo è stato poi consegnato alla commissione che formerà la graduatoria dei tre vincitori.
Premi
Il migliore riceverà un premio in denaro di 700 euro. A chi arriverà secondo e terzo spetteranno rispettivamente 500 e 350 euro. Inoltre, verrà comunque assegnato un premio riservato alla migliore prova di un partecipante che frequenta un liceo scientifico o delle scienze umane, al fine di incoraggiare e sostenere lo studio del latino anche in questi licei, in cui le ore dedicate a questa disciplina sono inferiori rispetto al liceo classico.
La commissione infine potrà assegnare, a sua discrezione, menzioni d’onore e di lode. Le premiazioni si terranno tra tre settimane in una cerimonia dove saranno invitati gli studenti con i loro genitori e insegnanti.
«Il latino può essere giudicata una lingua morta perché non la parliamo più – ha detto Gianenrico Manzoni, presidente associazione Certamen Brixiense –: è ancora viva per la sua presenza nell’italiano, nella nostra cultura e civiltà. Inoltre, se parliamo di vita o di morte dal punto di vista della vivacità e dell’impegno che si mostra nelle scuole, direi che i ragazzi presenti alla prova hanno dimostrano una certa vitalità del latino».
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