Cava Rossi, il Tar blocca l’espansione sul territorio di Palazzolo

Sul territorio di Palazzolo sull’Oglio non si scaverà: a dirlo sono i giudici del Tar di Brescia che hanno accolto il ricorso dell’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gianmarco Cossandi, contro Regione Lombardia e Provincia di Brescia in merito al nuovo Piano Cave. Il Tribunale amministrativo ha così annullato la decisione del Pirellone di estendere l’area di estrazione della cava Ate g05 sul territorio di Palazzolo: circa 23mila metri quadrati nella frazione di San Pancrazio.
Una sentenza che rappresenta una vittoria «significativa per la comunità di Palazzolo, che, anche a seguito di discussione in Consiglio comunale, si è opposta con forza a un progetto che avrebbe avuto gravi conseguenze ambientali e territoriali, dicono dal Comune.
La vicenda
Nel 2021, la Provincia aveva proposto di includere alcuni terreni agricoli di Palazzolo nel nuovo Piano Cave, per permettere l'ampliamento della cava di Capriolo gestita dalla società Cava Rossi srl. L’allora sindaco Gabriele Zanni si era subito opposto e l’Amministrazione Cossandi ha poi portato avanti questa azione, ribadendo la propria contrarietà e chiedendo la cancellazione dei terreni palazzolesi dal Piano Cave, in occasione della Valutazione Ambientale Strategica (Vas) del 2022. In un primo momento la Regione aveva accolto la richiesta, per poi reinserire gli stessi terreni nel gennaio dell’anno scorso durante l’approvazione definitiva del Piano Cave, grazie all’emendamento dei consiglieri regionali della Lega Floriano Massardi e Davide Caparini.
La società di Capriolo e originariamente il Comune di Adro sostenevano che l’ampliamento era necessario sia per fornire materiali da costruzione all’edilizia sia per realizzare una nuova strada di collegamento tra la zona industriale di Adro e il casello dell'autostrada A4, situato a San Pancrazio: una bretella che sarebbe stata realizzata a carico del privato, ovvero Cava Rossi, grazie a un accordo, anch’esso privato, tra Cava Rossi e la precedente Amministrazione del Comune di Adro (quella attuale ha abbandonato il ricorso), senza coinvolgere il Comune di Palazzolo.
La sentenza
Di fatto il Tar – come spiegano dal Comune di Palazzolo – ha riconosciuto che l’accordo per la nuova strada era poco chiaro e non vincolante, che Palazzolo non era stato coinvolto nell’accordo e «non avrebbe avuto benefici, e che non c’era un legame logico tra l’ampliamento della cava e la nuova strada, andando quindi a riconfermare la bontà del lavoro precedente all’emendamento leghista».
Grazie a questa sentenza, «l’Amministrazione Cossandi ha evitato che 22.890 mq di terreni agricoli della frazione venissero distrutti e si sono scongiurati danni ambientali come l'inquinamento, il rumore e le polveri sottili – si legge nella nota del Comune –. Si è anche evitato sia l’aumento del traffico di mezzi pesanti in zona, sia l’aumento del rischio idrogeologico e soprattutto il rischio futuro che la cava, una volta dismessa, potesse essere trasformata in una discarica».
Soddisfazione
«Accogliamo con soddisfazione la sentenza, una vittoria non solo legale, ma soprattutto per la nostra comunità – commenta il sindaco Cossandi –. L’ampliamento della cava su San Pancrazio non era vantaggioso per Palazzolo. Il nostro impegno non finisce qui. Continueremo a lavorare per fare in modo che il nostro territorio venga tutelato da interventi invasivi e dannosi. Inoltre, questa sentenza conferma che le scelte fatte sono corrette e dà atto anche dell’importante lavoro svolto dagli Uffici comunali e della loro competenza».
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