Caso Singh, le reazioni della politica
Un’indagine su Balwinder Singh, consigliere comunale della Civica Rolfi, ha scosso la città e la politica bresciana. Singh è indagato insieme alla moglie per maltrattamenti sulle figlie; il figlio 26enne, inoltre, è in carcere per violenza sulle sorelle. Il consigliere deve indossare il braccialetto elettronico con il divieto di avvicinamento alle ragazze e ai luoghi da loro frequentati.
Massimiliano Battagliola, capogruppo della Civica Rolfi ha chiesto le dimissioni di Singh: «Previa la presunzione di innocenza di cui tutti hanno diritto, la vicenda appresa dalla stampa appare inaccettabile» dice Battagliola che poi non usa perifrasi. «Anche a tutela dello stesso Singh e della sua posizione giudiziaria auspichiamo che voglia dare le dimissioni come consigliere comunale».
La sindaca Laura Castelletti
«Apprendo dalla stampa la notizia di una vicenda gravissima che, ancor prima della conclusione delle indagini, inevitabilmente coinvolge il Consiglio Comunale di Brescia, perché un suo rappresentante, eletto nel centrodestra, è accusato di aver maltrattato le figlie, che volevano seguire uno stile di vita occidentale. Un comportamento inaccettabile, che, se confermato, deve essere stigmatizzato e punito in modo esemplare. Come Amministrazione abbiamo ben chiaro che le responsabilità penali in ogni caso sono personali e sappiamo anche che chiunque viva nella nostra città ha il dovere di rispettare la legge e le regole di tutela e impegno di crescita dei propri figli e figlie. Non esiste solo l’obbligo di mantenerli, ma anche quello di istruirli, educarli e assisterli moralmente, in base alle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni».

«Tanto più se si esercita un ruolo di rappresentante civico. Se questo non è stato fatto, il consigliere dovrà risponderne davanti alla legge. Mi chiedo anche, però, se l’opposizione in Loggia fosse a conoscenza della vicenda e da quanto tempo. Se vogliamo che queste cose non accadano più è necessaria una presa di coscienza collettiva, sostenuta da un’onestà intellettuale e di intenti che non può rispondere a meri fini politici o propagandistici. Sono inoltre molto preoccupata per le due giovani ragazze coinvolte, ora che la vicenda è pubblica per loro il trauma riemergerà in modo esponenziale. Il loro benessere deve essere prioritario per ciascuno di noi».
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia
«I gruppi consiliari di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia di Brescia condannano ogni forma di violenza sempre e “senza se e senza ma” non ritengono nel modo più assoluto che l’appartenenza religiosa e le conseguenti consuetudini culturali possano rappresentare una scusante. Prendiamo le distanze dalla figura del consigliere Singh e, ferma la presunzione d’innocenza sino a sentenza definitiva, riteniamo moralmente ed eticamente corretto chiedere le sue dimissioni»

«La notizia che abbiamo appreso questa mattina ci ha scosso e deluso; in campagna elettorale abbiamo firmato tutti una carta dei valori, in cui crediamo e di cui rivendichiamo il rispetto. I valori fondanti del nostro fare politica si basano su un’idea di comunità che rispetta il prossimo e condanna, senza scusanti, la violenza contro le donne e contro le persone in generale. Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e speriamo che venga fatta chiarezza quanto prima. La nostra attenzione, oggi, volge alla protezione e alla salvaguardia delle due ragazze vittime, a cui esprimiamo la nostra massima vicinanza».
Luca Pomarici e Francesco Tomasini di Azione
«Apprendiamo dalla stampa che il Consigliere comunale Balwinder Singh eletto nelle file del centrodestra bresciano sia indagato insieme alla moglie per violenza e maltrattamenti nei confronti delle figlie e ne sia stato disposto il divieto d’avvicinamento con braccialetto elettronico. La violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso, ancora più difficile da individuare quando perpetrato all’interno delle mura domestiche, luogo che dovrebbe essere il primo spazio sicuro e diventa invece come pare in questo caso un inferno silenzioso».

«È importante ricordare il continuo impegno del Comune di Brescia che dal 2013 ha assunto il ruolo di capofila nella Rete interistituzionale territoriale a contrasto della violenza di genere. In città “Casa delle Donne CAD Brescia” e “Butterfly La libertà in un battito d’ali” operano costantemente con un servizio di emergenza H24 al numero telefonico 1522. Quanto traspare dai media sull’accaduto risulta inquietante quanto inaccettabile, diventa difficile non assumere atteggiamenti giustizialisti e mi auguro pertanto che le indagini si chiudano in tempi brevi così da fare chiarezza sulla vicenda».
«Quanto appreso nelle scorse ore ci ha riempito di sgomento. Il nostro primo pensiero va alle due ragazze coinvolte. Se confermato, il quadro di violenze delineato dalla stampa si presenta gravissimo e inaccettabile: confidiamo che la magistratura, a cui non intendiamo sostituirci, faccia rapidamente luce su questa drammatica vicenda e ne chiarisca i confini, ricordando che la responsabilità è sempre individuale – comunica Francesco Tomasini –. Ci risulta che la lista di appartenenza del Consigliere Singh ne abbia chiesto le dimissioni. A fronte di accuse di questa portata, è giusta e doverosa una seria valutazione di opportunità politica da parte degli interessati. Al netto di ciò e della vicenda processuale, che farà il suo corso, riteniamo imprescindibile ribadire che la violenza, soprattutto quella di genere, la prevericazione e il sopruso non hanno spazio nella nostra società e nelle nostre istituzioni».
Alleanza Verdi Sinistra Brescia
«La violenza di genere, che tragicamente permea la nostra società in ogni strato sociale e culturale, come testimoniano i continui femminicidi e le violenze di genere a cui assistiamo, va denunciata a gran voce dovunque e da chiunque sia agita, quando emerge da uno spazio di sofferenza e solitudine, grazie a coraggio e solidarietà. La magistratura chiarirà le responsabilità penali, ma ha già assunto provvedimenti e continua il suo lavoro di verifica. Noi riteniamo che chi siede in un organismo istituzionale come il Consiglio comunale di Brescia e ha agito con violenza, come appunto verificato dalla magistratura, non possa e non debba rappresentare i cittadini e le cittadine bresciane».

«Tutta la nostra solidarietà e vicinanza va alle figlie. Il nostro pensiero va a queste giovani donne, alla loro sofferenza, la nostra ammirazione va alla loro determinazione, con cui si sono opposte alle violenze subite. Per tutte queste ragioni chiediamo le immediate dimissioni di Balwinder Singh dal Consiglio comunale di Brescia».
Il Partito democratico
«La notizia delle indagini che riguardano la famiglia del consigliere comunale di opposizione Balwinder Singh ci riempie di stupore e di dolore. Il nostro primo pensiero solidale va alle due ragazze coinvolte. Confidiamo che la magistratura faccia rapidamente piena luce su questa drammatica vicenda. Se confermato, il quadro di notizie si presenta grave e inaccettabile evidenziando ancora una volta la dimensione sistemica della violenza di genere – scrivono Roberto Cammarata, Roberto Omodei e Valeria Benedetti del Pd –. Serve una presa di coscienza collettiva per la necessità di una più efficace tutela di donne e minori, attraverso mezzi e strumenti che facilitino un percorso di crescita e maggiore consapevolezza che ogni persona ha diritto al pieno rispetto e alla propria autodeterminazione.

Chi ha incarichi istituzionali deve essere il primo a rappresentare la cultura del rispetto e della nonviolenza, oltre che garantire coerenza tra quanto esprime, decide e rappresenta nella sfera pubblica e quanto pratica nella dimensione personale. Al netto della vicenda processuale che farà il suo corso, riteniamo doveroso che il consigliere Singh rassegni le sue dimissioni».
Lista civica Laura Castelletti sindaco
«Quanto appreso dagli organi di stampa in merito alle indagini che coinvolgono il consigliere Singh e i suoi familiari ci lascia sgomenti e ci obbliga a rivolgere il primo pensiero alle ragazze che hanno denunciato la loro situazione alle forze dell’ordine. Dobbiamo lavorare perché possano vivere in sicurezza e serenità mentre la giustizia farà il suo corso. Il ruolo della scuola anche in questo caso si è rilevato fondamentale per offrire ascolto e protezione e questo deve confortare.
Ciò detto, fatta salva la doverosa presunzione di innocenza, il quadro di violenza e sopraffazione che viene rappresentato quest’oggi dai giornali è per noi gravissimo e incompatibile con i valori fondanti della nostra democrazia e della nostra società.
Non esiste alcuna giustificazione né culturale, né religiosa, né sociale che possa giustificare prevaricazioni e violenze di genere. Tutto il nostro agire è a favore del contrasto di ogni tipo di violenza con particolare attenzione alla violenza di genere e minorile. Le accuse sono pesanti, ma nessun giudizio politico può sostituirsi alla magistratura che dovrà fare chiarezza e nella quale abbiamo fiducia. La responsabilità penale è sempre personale ed è giusto che il Consigliere Singh possa difendersi nelle sedi opportune senza strumentalizzazioni politiche.
Per queste ragioni apprezziamo e condividiamo la posizione della Lista Civica Rolfi Sindaco – a cui il Consigliere Singh aderisce – che ne ha suggerito le dimissioni. Chiediamo al Consigliere Singh di fare un passo indietro a tutela sua, delle istituzioni che oggi rappresenta e della sua stessa comunità. Ci riconosciamo come sempre nella posizione espressa dalla Sindaca di Brescia che ha ricordato a tutti che la genitorialità ha obblighi civili sanciti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato e l’autodeterminazione dei figli e delle donne non è un tratto culturale, ma uno dei presupposti del nostro stato di diritto».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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