Caso di colera a Brescia: grave paziente arrivato dalla Nigeria

Martedì sera l’accesso alla Poliambulanza, dov’è tuttora ricoverato in terapia intensiva
Il reparto di Terapia intensiva della Poliambulanza © www.giornaledibrescia.it
Il reparto di Terapia intensiva della Poliambulanza © www.giornaledibrescia.it
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L’allarme è scattato nella notte tra mercoledì e giovedì, dopo che un soggetto (non è stato reso noto se uomo o donna) arrivato poche ore prima in Italia dalla Nigeria ha manifestato sintomi gastrointestinali. Le prime indagini epidemiologiche alla Poliambulanza di Brescia hanno riscontrato una positività al «Vibrio cholerae», il vibrione del colera.

Un caso sospetto, entrato subito nel regime del protocollo sanitario: mentre il paziente si trova in terapia intensiva in prognosi riservata, Ats Brescia ha appurato che il caso è isolato e ha già individuato i principali contatti della persona contagiata. Inoltre sono già state predisposte le misure per contenere la diffusione della malattia.

Gli approfondimenti dovranno comunque accertare «se il ceppo isolato appartenga ai sierogruppi in grado di produrre l’enterotossina che causa la grave diarrea o ad altri che invece non costituiscono un problema di sanità pubblica», si legge in una nota di Ats Brescia. Per questo, come da prassi, l’Agenzia di tutela della salute e Regione, di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità, hanno pianificato le analisi per verificare l'eventuale presenza della tossina e della malattia. «Nessun allarme - assicura Roberto Stellini, infettivologo della Poliambulanza di Brescia -, le procedure sanitarie attivate sul territorio garantiscono che la malattia resti circoscritta».

Il contagio

Ma come ci si contagia di colera? «Si tratta di un germe che si acquisisce attraverso gli alimenti o le acque contaminate da feci umane. Spesso sono forme di importazione da Paesi esteri dove c’è scarsa igiene, basti pensare alla foce del Gange in India che è una fonte mondiale del colera». D’altronde la Nigeria - Paese di provenienza del paziente ricoverato a Brescia - dal 2024 sta vivendo un drammatico momento storico, dopo che a causa del crescente impatto dei cambiamenti climatici numerose inondazioni hanno interrotto la fornitura di servizi sanitari essenziali. Secondo Save the Children l’epidemia di colera nello Stato dell’Africa occidentale ha raggiunto un tasso di mortalità del 2,9%, quasi tre volte lo standard.

Il virologo Stellini comunque non ha dubbi: non c’è alcun rischio per la collettività. «Il nostro tenore igienico è elevato e l’acqua che scorre dai rubinetti è clorata e costantemente controllata. Oggi non esistono più i rischi del passato e la contaminazione è molto rara». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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