Caso Bozzoli, i vicini di casa: «Ci chiediamo perché fosse libero»

Alice Scalfi
Il sindaco di Soiano, paese di residenza della famiglia: «Eravamo molto in pensiero, soprattutto per il bambino. Siamo felici che siano rientrati»
Il cancello aperto della villa di Bozzoli a Soiano, nel tondo Antonella Colossi - © www.giornaledibrescia.it
Il cancello aperto della villa di Bozzoli a Soiano, nel tondo Antonella Colossi - © www.giornaledibrescia.it
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Dell’ipotetico ritorno in paese di Antonella Colossi, la compagna del latitante Giacomo Bozzoli, e del figlio può raccontare solo il cancello della villa di Soiano: aperto. Qualcosa nelle ultime ore nella frazione di Chizzoline si è mosso, insomma, ma dal di fuori null’altro trapela. Nulla hanno notato i vicini di casa, nulla i residenti di Soiano, sgomenti rispetto alla situazione.

Del cancan di fotografi e giornalisti dei giorni scorsi questa mattina non c’era più traccia: «Spariti tutti già da ieri - racconta un vicino dei Bozzoli -. Si torna alla quiete».

Il sindaco: «Erano una famiglia riservata»

Una quiete che auspica anche il sindaco, Alessandro Spaggiari: «Eravamo molto in pensiero soprattutto per il bambino e ora sapere che è tornato a casa, con i suoi affetti, ci toglie un pensiero. Speriamo che possa ritrovare una sua normalità, con la mamma e i nonni, e che possa brillare della sua luce, senza il peso di quanto è capitato».

Una famiglia riservata. Così descrive i Bozzoli il primo cittadino: «In paese non si vedevano mai. Lui qualche volta lavava l’automobile all’autolavaggio vicino a casa, lei mai vista così come il bimbo, anche se so che non frequentava le scuole a Soiano. Nemmeno durante il Covid ci sono state occasioni di incontro: per fortuna, si vede che non hanno mai avuto bisogno di nulla».

I vicini di casa

In via San Carlo resta quel cancello un poco aperto. E restano in paese infiniti interrogativi: «Non ci sono prove schiaccianti nei confronti di Giacomo Bozzoli. Certo, tutto porta a lui, ma è stato condannato all’ergastolo e non è uno scherzo», commenta un vicino.

Tra i vicini, anche l’ex sindaco di Soiano, Paolo Festa: «Ricordo quel ragazzo da quando era un bambino, ho un peso sul cuore a ripensarci. Qui non ci si vede praticamente mai tra vicini, non so come abbia vissuto questi anni, cosa sia successo. So che ci chiediamo tutti come sia possibile che dopo due condanne fosse ancora libero, ma credo anche che tutta questa vicenda abbia contorni che restano inspiegabili».

Si parla di questo in paese, della vicenda Bozzoli, di Soiano catapultato suo malgrado al centro delle cronache nazionali, di come finirà questa storia: «Si costituirà presto - è certa una soianese -. Non potrà stare a lungo in latitanza, lontano dai suoi affetti».

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