Case popolari Aler, gli inquilini uniscono le forze contro il «degrado»
La loro voce l’hanno già fatta sentire in Loggia, durante l’ultimo Consiglio comunale. Ma ora che i primi si sono fatti avanti, molti altri si sono rispecchiati nelle loro storie e ora sono intenzionati a unire le forze.
Perché «l’emergenza degrado» denunciata dagli inquilini delle case gestite dall’Aler non si ferma a via Carpaccio, ma - stando ai racconti - riguarda quasi tutte le torri popolari di San Polo, come pure le palazzine a Urago Mella, al quartiere Primo Maggio e a Sanpolino. A ribadirlo sono i residenti stessi che, questa sera - con l’aiuto di Diritti per tutti -, si sono riuniti in assemblea alla Casa delle Associazioni di via Cimabue.
L’obiettivo è formare dei comitati di condominio o territoriali, così da coordinarsi perché «soprattutto da gennaio dobbiamo scendere in campo con iniziative di pressione». Quel che gli inquilini chiedono ora è chiarezza sulle spese condominiali, interventi di manutenzione (a partire da quello più urgenti) e un cronoprogramma che dia certezze su impegni e date dei lavori.
Mancanza di manutenzione, famiglie senza riscaldamento, infiltrazioni, tutte situazioni che «venivano sistematicamente rimbalzate dall’Aler»: queste le questioni aperte. Per alcuni, da anni. Per questo, e a partire da un degrado che si trascina negli anni, è iniziato lo sciopero del versamento delle spese condominiali.
Qualcosa, dopo le prime proteste, si è mosso: il presidente dell’Aler, Amedeo Ghidini, è andato nei giorni scorsi a visitare alcune palazzine a San Polo, in particolare nella torre Raffaello. E il via vai di tecnici e idraulici ha iniziato a mettersi in moto.
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