CronacaBassa

Carpenedolo ricolloca la lapide del partigiano Baronchelli

Marco Zanetti
Il comandante Amilcare ucciso a 23 anni con 9 compagni nel marzo ’45. L’impegno della sorella Giacomina
La lapide in onore di Amilcare Baronchelli -  © www.giornaledibrescia.it
La lapide in onore di Amilcare Baronchelli - © www.giornaledibrescia.it
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Un salto nel passato per valorizzare il presente. L’associazione «Casa del popolo 1956» ha deciso di ricollocare la pietra commemorativa di Amilcare Baronchelli, martire per la libertà. E lo fa in un giorno ad hoc, quello della Liberazione. La cerimonia è in programma oggi alle 16.30 nella strada che porta il suo nome durante le celebrazioni per il 25 Aprile, dopo la Messa in suffragio celebrata alle 15 nella chiesa parrocchiale e l’omaggio al monumento dei Caduti.

E non poteva esserci data migliore per riaccendere i fari su un martire per la libertà: comandante partigiano della Settima brigata Matteotti, Amilcare, nato a Carpenedolo nel febbraio 1922, difese sino all’ultimo istante i suoi ideali, prima di essere torturato e trucidato dai fascisti con altri 9 compagni (Arnoldo Bellini, Angelo Bruno Cocca, Luigi Cocca, Teodoro Copponi, Pierre Lanoy, Alfredo Poli, Gaetano Resa, Domenico Signori e Ferruccio Vignoni) a Cesane di Provaglio Val Sabbia il 4 marzo 1945.

Un ritratto di Amilcare Baronchelli - © www.giornaledibrescia.it
Un ritratto di Amilcare Baronchelli - © www.giornaledibrescia.it

E, pur giovane (aveva solo 23 anni) lasciò un segno indelebile per l’amata patria: «Abbracciamoci tutti - disse in punto di morte - e che i nostri baci volino sulle labbra dei nostri genitori. Viva l’Italia». Per tale esempio di coraggio, la via principale della cittadina bassaiola fu quindi dedicata a lui, così come la lapide in suo ricordo venne collocata - su iniziativa della Giunta del sindaco Girolamo Ravera - in bella vista nel 1946 sulla facciata del municipio. Scalzata successivamente, per un po’ se ne persero le tracce, fino a quando non fu ritrovata e riposta nel museo «L’angolo dei ricordi» sotto la custodia del compianto Lorenzo Desenzani. Fu Giacomina, la sorella di Amilcare, con il sodalizio presieduto da Gabriella Bresciani e l’Amministrazione comunale, ad impegnarsi per riconsegnare alla comunità la targa in onore dell’amato fratello. Un obiettivo portato felicemente a termine.

Carlo Lodetti

Così torna alla luce del sole uno dei simboli della Resistenza, da seguire per il domani. E lo stesso discorso vale per Carlo Lodetti, la cui figura viene approfondita da Federica Barone nell’incontro di sabato 27 alle 17 a palazzo Laffranchi, dove il professor Roberto Tagliani e Lucio Pedroni - rispettivamente presidente della Federazione italiana Volontari della libertà e presidente provinciale Anpi - ne tratteggeranno la figura, parlando anche della Battaglia di Bedizzole, nel corso della quale Lodetti perse la vita. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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