Carmine, un’indagine per misurare sicurezza e vivibilità
I numeri, le tabelle, le percentuali, arriveranno. Ad oggi, però, i risultati sono visibili ad occhio nudo. È questo il bilancio fatto dall’assessore del comune di Brescia Andrea Poli sulla sperimentazione che da qualche mese sta interessando il quartiere Carmine in termini di sicurezza, gestione della movida e vivibilità del luogo. Un discorso che ha fatto da cornice al lancio dell’ultimo passo, appunto quello che porterà ad avere dati numerici e statistici, del progetto di ricerca «Carmine, un quartiere da condividere».
L’indagine
Dopo la distribuzione di un questionario ai residenti (cartaceo per evitare che fosse compilato da non residenti) e poi ai commercianti, dal 9 dicembre un Qrcode stampato su volantini e cartoline, dispensati nei vari locali e negozi della zona interessata, permetterà anche ai fruitori del quartiere di dire la propria.
«Siamo nella fase conclusiva di un percorso che abbiamo attivato grazie alla collaborazione con il Centro studi Socialis e la Cooperativa il Calabrone – ha detto Poli – . Ci permetterà di capire la correlazione di alcuni fenomeni tenendo ben presente che quello che succede in Carmine succede anche in altre zone della città».
Contro le bande
Ma quello che in realtà preme all’assessore, che fa da portavoce dell’intera giunta, è riconoscere il successo delle manovre attuate: «In Carmine hanno funzionato molto bene gli steward – ha spiegato Poli – perché hanno dato il senso di un territorio presidiato. E i miglioramenti non ci sono stati solo lì, anche in piazza Vittoria: sette mesi fa non era quella di adesso. Ci siamo riusciti organizzando eventi sportivi, concerti, Librixia. Rivendichiamo questi risultati».
E a chi gli dice che le «bande» non sono più lì perché si sono spostate altrove, l’assessore risponde: «Può darsi, ma non si spostano più in gruppi così numerosi. Dimezzandoli abbiamo tolto loro forza e spavalderia. Tenendo conto sempre che i fenomeni sociali non si spostano, ma mutano. E si fermano dove trovano terreno fertile per crescere».
Detto questo, compilando il questionario (che sarà attivo fino a dopo Natale), residenti e no, cittadini e no, potranno contribuire alla ricerca e al progetto sperimentale: «Il questionario permetterà di descrivere – ha spiegato Cristiana Paladini, coordinatrice del Centro studi Socialis Università degli Studi di Brescia – le peculiarità socio-demografiche degli avventori, consentirà di evidenziare le diverse modalità di fruizione del quartiere e proverà a misurare la percezione soggettiva rispetto al luogo». I risultati della ricerca saranno resi pubblici a fine gennaio 2025.
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