Il cardinale camuno Re confermato decano del Collegio cardinalizio

A 91 anni, compiuti lo scorso 30 gennaio, il porporato bresciano resta tra le più eminenti figure della Chiesa cattolica dell’ultimo mezzo secolo: a lui spetta la convocazione del conclave dopo la morte del Papa
Il cardinal Re con Papa Francesco - © www.giornaledibrescia.it
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A 91 anni (compiuti lo scorso 30 gennaio) la pensione può ancora attendere. Papa Francesco ha confermato nel ruolo di decano del Collegio cardinalizio il porporato camuno Giovanni Battista Re, tra le più eminenti figure della Chiesa cattolica dell’ultimo mezzo secolo. Era il 18 gennaio 2020 quando Bergoglio approvava l’elezione del cardinale Re a decano, per volontà del pontefice argentino la carica non è più a vita ma dura cinque anni rinnovabili massimo per altri cinque. In queste settimane è quindi scaduto il primo quinquennio, molti osservatori si aspettavano una nuova nomina, i vaticanisti più esperti parlavano del segretario di Stato cardinale Pietro Parolin come candidato in pectore.

Un incarico che va oltre l’età

Lo stesso cardinale Re, nei mesi passati, aveva parlato di un termine del suo incarico, motivandolo appunto con l’età che avanza. Ma la gestione delle cose vaticane ha dinamiche che sfuggono anche agli occhi più esperti, gestione che va oltre quanto si dice. Ecco allora la decisione di papa Francesco, che ha confermato anche il cardinale Leonardo Sandri come vice decano del Collegio.

Cinque anni fa, commentando la nomina, il cardinale Re (tra i più stretti e fondamentali collaboratori di Giovanni Paolo II, amico personale di Benedetto XVI) aveva detto che si trattava di poca cosa, un ruolo quasi solo simbolico.

Ruolo prestigioso

Re ricopre una carica prestigiosa - © www.giornaledibrescia.it
Re ricopre una carica prestigiosa - © www.giornaledibrescia.it

Ovviamente non è così, l’understatement tipicamente bresciano (e vaticano) del porporato non deve trarre in inganno. Il decano (oltre al ruolo di rappresentanza del collegio dei successori degli apostoli) è colui che deve convocare il conclave dopo la morte del Papa. Nel caso del cardinale Re, nonostante la proroga, lui non entrerebbe comunque nella Cappella Sistina avendo superato gli 80 anni.

Ma del resto è un prestigioso compito che ha già ricoperto, nel 2013 il decano era il cardinale Angelo Soldano, che appunto aveva superato gli ottant’anni. Il compito venne quindi passato al vice decano, ruolo che allora ricopriva il cardinale Re. Ed in quel prestigioso (e affascinante) ruolo di amministratore del conclave (se così possiamo dire), toccò proprio al cardinale Re (raggiunto il quorum dei voti necessari) chiedere al cardinale Jorge Mario Bergoglio il nome che sceglieva come successore di Pietro. Il resto è storia che conosciamo bene. Una storia nel quale il cardinale Re è ancora protagonista.

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