Carabiniere vittima di stalking condominiale, l’Arma lo trasferisce

Un provvedimento che il vice brigadiere, che lavorava a Chiari e ora è in servizio nella Bergamasca, ritiene «ingiusto e discriminatorio». E che per questo ha impugnato
Il militare è stato trasferito a Calcio, in provincia di Bergamo - © www.giornaledibrescia.it
Il militare è stato trasferito a Calcio, in provincia di Bergamo - © www.giornaledibrescia.it
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Da vittima di stalking condominiale a vittima di un provvedimento che ritiene «ingiusto e discriminatorio». E che per questo ha impugnato. È la storia di un vice brigadiere dei carabinieri che ha denunciato il vicino di casa per atti persecutori - ora obbligato al braccialetto elettronico - ma che proprio per questo caso l’Arma ha trasferito dalla sezione Radiomobile della Compagnia di Chiari alla stazione di Calcio, nella Bergamasca, per «incompatibilità ambientale funzionale correlata al servizio». Ci sarebbe il rischio di una mancanza di serenità del militare «nell’espletamento del servizio qualora venga chiamato ad operare presso il luogo di residenza del proprio aggressore, rientrante nel territorio di competenza della Compagnia di Chiari».

Le tensioni con il vicino di casa, nel frattempo diventato ex perché il carabiniere ha comprato un nuovo appartamento a Palazzolo sull’Oglio «proprio perché esasperato dalla situazione», sono andate avanti per mesi toccando il punto più critico lo scorso 23 novembre. Quando il militare viene ferito alla mano con un coltello dal vicino-stalker. «Ritiene il giudice che sussistano gravi indizi di colpevolezza in ordine ai delitti di atti persecutori e di lesioni aggravate dall’uso di arma e per essere stati commessi dall’autore del reato di stalking contro la sua vittima» scrive il gip Angela Corvi nell’ordinanza che ha disposto la misura dell’obbligo di dimora con braccialetto elettronico per il 69enne residente a Rovato e stalker del carabiniere che viveva nella sua stessa palazzina.

Nessuno ha quindi messo in dubbio che il vice brigadiere sia vittima di reato, ma per l’Arma non può continuare a svolgere servizio sul territorio dell’Ovest bresciano. «C’è la necessità di permetterle di svolgere con la giusta serenità d’animo le proprie funzioni e preservare l’armonia generale del Reparto nell’interesse proficuo e regolare svolgimento del servizio istituzionale» ha scritto il Comando Legione Carabinieri Lombardia che ha firmato il procedimento amministrativo di trasferimento.

Il militare, che tra 20 mesi raggiungerà l’età pensionabile, non ci sta e ha impugnato l’atto. «Il trasferimento è discriminatorio e ritorsivo perché in contrasto con la direttiva europea che tutela le persone che nell’interesse della pubblica amministrazione denunciano reati, illeciti amministrativi o penali» ha fatto mettere a verbale nel ricorso. «Sono convinto - prosegue - che essendo vittima non è giusto subire il disagio del trasferimento fuori dalla giurisdizione della Compagnia di Chiari con enormi danni personali e familiari». E conclude: «Il trasferimento sarebbe un atto di punizione per il sottoscritto e non per il mio aggressore».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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